25/09/2013

Aborto choc in ospedale: «Il feto non è stato tolto»

Denuncia contro una ginecologa dell’Asl 6 da parte del marito di una donna. «Quando lo abbiamo saputo volevamo tenerlo, ma era troppo tardi»

LIVORNO. Sua madre racconta così la sofferenza della figlia a distanza di una settimana dall’interruzione volontaria di gravidanza: «Stava poco bene, aveva nausea, vomito e uno stato generale di malessere, a tal punto da anticipare la visita di controllo fissata per la settimana successiva»

È presentandosi in ospedale venerdì scorso che una donna livornese di 35 anni, marito disoccupato e due figli piccoli, ha scoperto che il feto che credeva le fosse stato asportato durante l’intervento del 13 settembre scorso, non solo era cresciuto ma doveva essere tolto al più presto.

«Quando ce lo hanno detto – racconta il marito nella denuncia presentata al posto fisso di polizia nei confronti della ginecologa che ha operato la moglie – abbiamo pensato di tenerlo, ma non era più possibile perché nella prima operazione a mia moglie era stato anche inserito una spirale per evitare altre gravidanze in futuro. Ma questo – ci hanno spiegato i medici – poteva aver danneggiato il feto, dunque era meglio completare l’aborto».

Dalla denuncia del marito della trentacinqueenne è partita un’indagine per verificare eventuali responsabilità o negligenze da parte del medico nella gestione del caso.

di Federico Lazzotti

Festini

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