03/06/2017

Aborto – Ci sarai sempre, eppure sempre mi mancherai

“La grande storia di Gregorio il piccolo” ha commosso tanti cuori, nel dicembre 2014. La testimonianza dei genitori che hanno scelto la vita, anche se breve, per il loro bambino ad onta dei consigli di medici – e non solo –  che prospettavano la soluzione più facile, l’aborto, è stata proposta sulla nostra Rivista mensile, Notizie ProVita, e poi su questo portale, e sono piovuti centinaia di commenti: soprattutto ringraziamenti, molti di condivisione. Anche un paio distaccati e un po’ critici (non più di due o tre, invero).

Fra tutti, però, ci ha colpito una lettera. Ce l’ha inviata una donna che ha voluto condividere con noi – e con voi lettori – la sua esperienza che non ha avuto un lieto fine, come la storia di Gregorio. Infatti, è vero che Gregorio è morto dopo una vita brevissima, ma la sua storia è stata per lui e per i suoi una storia a lieto fine…

Volevo portare la mia esperienza di vita, il mio dramma, in questa piccola testimonianza/riflessione, sperando possa essere di aiuto nella riflessione ad altri. Soprattutto vorrei testimoniare, purtroppo troppo tardi, il valore della Vita, la sua preziosità.

Mentre vi scrivo ci stiamo avvicinando al Natale, momento importante, in cui si ricorda la nascita. Per me questo sarà un Natale diverso, un Natale senza la presenza vicino a me di Giovanni, il mio bambino.

Giovanni è stato tanto desiderato dai suoi genitori eppure, quando abbiamo avuto davanti la risposta di un esame, la risposta che non ci aspettavamo, la sua preziosa presenza si è offuscata.

L’ingannevole “scelta” alla quale sei chiamato, mi ha fatto ingigantire la paura di ciò che non conoscevo, di ciò che non stava andando come mi aspettavo, mi ha fatto dimenticare che Giovanni era già presente nella nostra vita e lo sarà sempre. Solo che ora vivo nel dolore immenso di non poterlo abbracciare.

Sono arrivata impreparata, immatura a questa situazione. Mi sentivo addosso la responsabilità di dover seguire un bambino “speciale” nel suo percorso di vita, ora mi rendo conto che molto spesso sono i bambini che insegnano a vivere a noi.

Se posso dire una cosa, adesso, è che ERA POSSIBILE, non ci sono scelte da fare, la VITA va semplicemente accolta, per come è, anche se diversa dai nostri progetti. La FIDUCIA in Colui ti sta dando quel dono aiuta a non farti bloccare dalle paure, a proseguire anche se non capisci tutto.

maternità, aborto legale, aborto clandestino, Cile, salute femminileMi sono frantumata in tanti pezzi da quel giorno, la vita non è come prima, va letteralmente ricostruita perché quello che ero non voglio esserlo più, soprattutto vorrei avere un cuore nuovo e occhi nuovi per imparare ad essere la mamma che avrei voluto essere per lui.

Perdonami, Giovanni. Grazie di essere entrato nella mia vita. Avrai sempre il tuo spazio nel mio cuore. Ci sarai sempre eppure sempre mi mancherai, così tanto.

E se qualcuno sta leggendo la mia esperienza in un momento di “difficile decisione” vorrei dire: non fare il mio errore, pensaci bene, fai silenzio attorno e guardati dentro a fondo, lascia parlare ANCHE IL CUORE, tuo figlio è presente, adesso, c’è. E’ lui.

Quando sono stata davanti alla “scelta” ho iniziato a farmi tante domande, rispetto a come avrei gestito i mesi futuri, la gravidanza, soprattutto gli anni futuri. Come sarebbe stata la nostra vita familiare.

La paura di non riuscire ad essere all’altezza, di essere la mamma di un bambino disabile, la paura di un mondo sconosciuto.

Principalmente volevo accettare la realtà con la testa, pensando che, se avessi accettato consapevolmente, non avrei più sentito le mie paure. Ma il tempo a disposizione è poco per accettare, e soprattutto la paura, comunque, rimane, perché non sei il padrone della situazione e della vita, non sai adesso come andrà a finire poi, resta un grosso margine di incertezza e questo si fa fatica ad accettare. Sembra un salto nel buio.

Ma proprio perché non si può conoscere tutto in precedenza, perché certe cose non si possono accettare con la testa, le devi vedere con il cuore, che è più vicino alla pancia. Devi scendere nel profondo, lì c’è l’incontro, la verità.

Ecco perché rimpiangerò sempre di non aver ascoltato fino in fondo quello che veniva dal cuore: troppe domande, troppi perché.

E la sua vita se ne è andata. E anche una parte di me con lui. Perché poi non si torna indietro.

Barbara

Fonte: Notizie ProVita,   febbraio 2015

 


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