13/02/2019

Aborto, corteo per l’abrogazione della legge 194 a Padova

La Legge 194 che consente l’interruzione volontaria della gravidanza e che doveva essere limitata a casi estremi, ha finito per garantire l’aborto, come si legge nell’articolo 4,  in  «circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la  salute fisica o psichica della donna, in relazione  al suo stato di salute,  in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito», coprendo una casistica impressionante chein 40 anni ha provocato una vera e propria strage. E sebbene nell’articolo 1, si affermava candidamente che la presente legge  non dovesse intendersi come «mezzo per il controllo delle nascite», in realtà, l’aborto è diventato una sorta di “metodo anticoncezionale” vero e proprio, seppure tardivo, che ha provocato un’incredibile ecatombe: si conta che, dal 1978, anno in cui la legge è stata approvata siano stati uccisi ben 6 milioni di bambini, in Italia, nel grembo materno.

Nel corso degli anni, poi la situazione è diventata talmente conclamata da aver generato una vera e propria mentalità abortista: la giurisprudenza conferma, costantemente, come un mantra che l’aborto è un vero e proprio “diritto”. Fino ad ora si è tentato di organizzare un referendum abrogativo solo nel lontano maggio 1981, ma non è andato a buon fine. Tuttavia, seppure circondati da un contesto socio-politico che sembra disposto a riconoscere qualunque diritto, tranne il diritto alla vita e all’obiezione di coscienza, procede inarrestabile la crescita del fronte pro life.

Stiamo parlando delle numerosissime manifestazioni organizzate dal Comitato No 194 (che conta quasi 30 000 aderenti, più del 90% degli iscritti a gruppi pro life nazionali, tra cui da alcuni anni anche il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana) che è convinto assertore che il modo più efficace per combattere l’aborto sia chiedere l’abrogazione della 194 per via referendaria.

Ed è per questo motivo che sabato 9 marzo, lo stesso Comitato, organizzerà un corteo a Padova, con partenza da piazzale Boschetti alle ore 15 e che si snoderà nel centro della città veneta sino a Prato della Valle. Come afferma il presidente del Comitato No 194, l’avvocato Pietro Guerini, «non è la solita manifestazione generica per la Vita, ma un corteo che indica un obiettivo concreto, per quanto non agevole, per il quale combattere, senza ambiguità di sorta».

Infatti per invertire il trend distruttivo della cultura della morte, oggi sempre più dilagante, è necessario agire risvegliando le coscienze in modo concreto e visibile, avendo ben presente che l’abrogazione della 194, non solo salva più di 100.000 bambini l’anno, ma salva anche le madri dalla sindrome post abortiva e gli operatori sanitari dalle crisi di coscienza, con indubbi benefici per la società tutta.

Manuela Antonacci

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