24/09/2015

Aborto – La testimonianza di un infermiere coraggioso

Su La Croce del 23 settembre scorso è apparsa un’intervista a Giorgio Celsi, strenuo difensore della vita, accanito nemico dell’aborto.

Innanzi tutto vogliamo riprendere la citazione che ha fatto di un brano scritto da Padre Pio: sappiamo che il santo frate è stato a volte biasimato e criticato per il suo parlare crudo e schietto. In questo caso è davvero sferzante, più che in tanti altri:

Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici economici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore. L’aborto non è soltanto omicidio ma pure suicidio della razza umana, se con l’occhio della ragione, si vedesse “la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se si riflettesse, allora si comprenderebbe la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori.

Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi la possibilità di appello alla propria ignoranza. I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini. Difendere il sopraggiungere dei bambini al mondo è sempre un atto di fede e di speranza nei nostri incontri con Dio sulla terra”.

Il Presidente dell’Associazione Ora et Labora in Difesa della Vita, poi racconta qualcosa della sua infanzia: “Sono una di quelle persone che, in base al falso pietismo di chi vorrebbe imporci l’ideologia vuota e menzognera del pensiero unico totalitario, sarebbe stato meglio per me che non fossi mai nato. Infatti, essendo stato da piccolo in orfanotrofio avendo perso mia mamma ad un anno e mio papà a 6, per alcuni avrei dovuto avere chissà quale vita infelice e quindi non degna di essere vissuta. Ecco perché quando sento consigliare ad una mamma di abortire il proprio bambino per una gravidanza difficile, per problemi sociali o economici non posso che dissentire e portare la mia personale testimonianza”.

E poi prosegue dicendo che l’aborto è “un tributo a Satana e perché, visto l’esperienza di mia sorella che dopo due aborti volontari ora è da anni ricoverata in un centro per malati di mente (e pensare che lavorava come ragioniera in Regione), sono sempre più dell’idea che non si possa pensare di aiutare una mamma uccidendogli il frutto dell’amore che porta in grembo ma superando insieme le difficoltà”.

Parla poi dello scandalo che ha coinvolto la Planned Parenthood Federation in America: egli teme che sia solo la punta di un iceberg e che anche qui da noi si speculi sui cadaverini dei bambini abortiti. Infatti le leggi sullo smaltimento dei poveri resti non sono mai applicate completamente e non ci sono controlli.

Il fatto poi che i media nostrani non parlino affatto dei video che hanno scioccato l’America è perché i  giornalisti stanno facendo il gioco delle lobby abortiste che, con le loro ideologie antinataliste e di morte, stanno portando l’Italia al suicidio demografico. Con grande profitto delle case farmaceutiche che vendono i loro “Pesticidi Umani” (Norlevo, Ella-One e RU486) e del business della fecondazione artificiale.

Che fare? Secondo Celsi “c’è bisogno di una sincera conversione dei cuori che porti a un totale capovolgimento del modo di pensare, di sentire, di percepire. Solo così si potrà riscoprire il vero valore della Vita umana, perché chi è convertito non pensa che uccidere i bambini con l’aborto sia un diritto e avrà rispetto per la Vita umana dal concepimento al suo termine naturale. Dopodiché bisogna seguire le parole di Papa Giovanni Paolo II che diceva: “... Cristiani, uscite dalle sagrestie, impegnatevi nel sociale, dando una grande testimonianza affinché si fermi la piaga dell’aborto, la verità non va taciuta, né detta a metà né ammorbidita, una cultura della morte sta prendendo piede e tutto tace”.

E dopo una stoccatina ai cosiddetti prolife che non vogliono l’abrogazione della iniqua legge 194, racconta della grande emozione che si prova quando con un volantino o con la semplice presenza in preghiera fuori dall’ospedale qualche bambino viene salvato dall’aborto e ha visto le “mamme felici per avere il loro bambino in braccio e non sulla coscienza”.

Gli viene poi chiesto cosa ne pensa dell’ideologia gender e dell’omosessualizzazione di cultura e società che si cerca di portare avanti in Italia, partendo innanzi tutto dalle scuole: serve alla “creazione di individui deboli e disorientati asserviti a lobby e gruppi di potere” che formeranno una  società “schizofrenica e vulnerabile”.

Il prossimo 10 ottobre 2015, si terrà il terzo corteo nazionale del “Comitato NO 194” in difesa della vita in concomitanza a Milano per il Nord Italia e a Caserta per il Sud Italia: “Una legge immorale non è vincolante per l’uomo, al contrario, lo impegna a lottare contro di essa”, diceva Giovanni Paolo II: Celsi invita tutti a partecipare perché NON E’ PECCATO SOLO LA PARTECIPAZIONE AL MALE, MA ANCHE LA NON PARTECIPAZIONE AL BENE.

E conclude che non sa se si riuscirà nell’intento di abrogare la 194, “So però che ci aspetteranno battaglie molto dure, piene di ostacoli, so che a causa della difesa della Vita ci insulteranno, ci denigreranno e ci porteranno sempre più spesso davanti ai tribunali (e io già più volte ci sono stato), so che dopo tutto ciò potremo anche perdere, salvo poi riprovarci di nuovo con sempre maggior vigore”

“Questo intanto ci permetterà di portare avanti la Cultura della Vita, indispensabile per la costruzione di un mondo migliore e più umano, degno di essere vissuto dai nostri figli. Ricordo che non siamo responsabili di come abbiamo trovato questo mondo ma saremo responsabili di come lo lasceremo!”

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

Firma anche tu!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.