15/05/2018

Aborto: prima causa di femminicidio nel mondo

E’ vero. L’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo. 

Aborto sesso selettivo: femminicidio in Asia

In Asia, nel giro di solo dieci anni  tra gli ’80 e ’90, si sono calcolate almeno 100 milioni di bambine mancanti:  la preferenza per i figli maschi  è un retaggio di una cultura antichissima. Quando in questa cultura di è innestato l’aborto volontario e la politica del controllo della popolazione l’aborto sesso selettivo è divenuto una pratica comune.

E come non molti sanno, in Cina specialmente, l’aborto è spesso obbligatorio: prima con la politica del figlio unico, ora con quella dei due figli, chi vuole fare un figlio deve chiedere il permesso al PCC (Partito comunista cinese).

Se si ottiene dal governo il “permesso di nascia”, visto che al massimo ne possono ottenere un paio in tutta la vita (e  a caro prezzo), la donna  quando resta incinta abortisce finché non arriva un figlio maschio.

E’ atroce, ma è così.

Almeno 100 milioni di bambine abortite in soli 10 anni.

E c’è chi vorrebbe diffondere la turpe pratica anche in Africa.

Aborto sesso selettivo: femminicidio in Occidente

E c’è chi difende il “diritto di aborto”, senza se e senza ma, quindi anche per selezionare il sesso del nascituro, anche qui in Occidente, specie in Inghilterra (alla faccia della “gender equality”...).

In alcuni Stati americani e in Canada, l’aborto sesso selettivo è sempre stato possibile – quindi è stato praticato, anche se i dati sono difficile da rilevare.

L’aborto sesso selettivo ammazza le bambine: è vero, ma non si può dire.

E gli amici di CitizenGo hanno affisso a Roma dei manifesti che ricordano questa amara verità.

Figuratevi.

Si sta ripetendo lo stesso massacro mediatico ideologico e dittatoriale che abbiamo subito noi in occasione del maxi manifesto di Roma. 

Massima solidarietà, quindi agli amici di CitizenGo. 

E siamo certi che anche i loro manifesti, se saranno censurati,  provocheranno lo stesso effetto del nostro  bambino di 11 settimane:  censurato a Roma è riapparso in tante città, in tanti contesti, ed è divenuto virale sui social, causando un attacco di gastrite a tanti livorosi sostenitori del pensiero unico mortifero e abortista.

Se ne facessero una ragione: la verità – e la verità sull’aborto – alla fine prevale sempre sulla menzogna. Loro, se proprio non la sopportano, si prendano un Malox.

Francesca Romana Poleggi

 

 

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