19/11/2014

Aborto: raccolta firme contro la strage degli innocenti dei nostri tempi

Esistono delle evidenze che, per il fatto di essere tali, non hanno nemmeno bisogno di fondarsi sulla roccia della Parola di Santa Madre Chiesa. Quale medico o biologo potrebbe negare che l’ aborto è un omicidio? Che la vita di un essere umano cominci quando uno spermatozoo, il più forte tra milioni, raggiunge e feconda l’ovulo nel ventre della donna? A negarlo non sono stati infatti né i medici, né i biologi, ma soltanto le veterofemministe attaccate all’egoismo dell’”utero è mio e ne dispongo come mi pare”. Non è un caso infatti che il referendum che ha introdotto anche in Italia, sulla scia radicale della vittoria di quella per il divorzio, con la legge 194 sia datato 1978, cioè nel pieno del caos sessuale post-sessantottino che generò anche il cosiddetto femminismo. La donna, creata da Dio per trasmettere la vita, dato che la ospita nel proprio utero, diventa la tirannica padrona ed arbitra, invece che la madre, del figlio sbocciato nel suo grembo. L’aborto è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.

Niente di nuovo in tutte queste considerazioni. Di nuovo c’è la bella iniziativa promossa dall’avvocato Pietro Guerini, che ha avuto il coraggio di prendere il Demonio per le corna, cominciando la raccolta delle firme necessarie a promuovere un nuovo referendum abrogativo della famigerata legge 194, l’unica che giustifichi l’omicidio di un indifeso innocente in nome di un falso concetto di libertà. Così l’aborto è diventato uno dei tanti mezzi anticoncezionali, e, tra tutti, il più infame, perché non solo impedisce la procreatività insita nell’atto sessuale, ma interviene quando il big bang della nuova vita è già cominciato con la sua piccola pulsazione.

E’ nata così l’iniziativa web no194.org. Riportiamo qui di seguito l’appello di Guerini a proposito del referendum da lui auspicato, lanciato in occasione della manifestazione di Caserta dei giorni scorsi: come risponderanno a questo cogente appello il Papa e la Conferenza Espiscopale Italiana? Speriamo non lavandosene le mani, come Ponzio Pilato. Perché in questo caso, sì, si renderebbero complici dell’Olocausto contemporaneo. Giancarlo De Palo

Sabato 25 ottobre 2014 si è svolto a Milano e Caserta il corteo nazionale del comitato NO194 , finalizzato a promuovere l’iniziativa che rappresenta l’unico fine per cui il comitato è costituito : un referendum abrogativo della l. 194 , che ha legalizzato nel 1978 l’aborto volontario nel nostro paese . “I media hanno risposto positivamente rendendosi conto della rilevanza del contenuto non demagogico dell’evento , a cui non si potrebbe contrapporre un’inverosimile “Marcia della morte“, che registrerebbe la presenza di qualche decina di satanisti in tutto il paese , ma un plausibilissimo corteo a difesa della legge 194 . Il confronto non è tra sensibili al tema della Vita ( concetto che non significa nulla ) e necromani devoti di satana , ma tra coloro che ritengono prioritario il diritto alla nascita del concepito e quelli che danno rilievo esclusivo al diritto di scelta della donna. La partita è tutta qui , il resto è aria fritta , come ben sanno i nostri antagonisti che snobbano altre manifestazioni del cosiddetto “ pro life “ perché , evidentemente , ritenute insignificanti . Il corteo , privo di palloncini colorati e altri simboli gioiosi ( fuori luogo nel momento in cui si debbono commemorare 6 milioni di bambini soppressi ) e pubblicazioni da promuovere , lo si è voluto distinguere per compostezza e contenuti . Nel discorso introduttivo si è rivolto un appello alla Chiesa cattolica , estremamente circostanziato , affinché sostenga la nostra iniziativa sotto il profilo logistico e della promozione . Un appello che cade in questo periodo non a caso . Le novità introdotte dal parlamento , per come prospettate da un prima approvazione , in materia referendaria rendono più agevole l’abrogazione di una legge . Se è stata mantenuta la soglia delle 500 000 firme da raccogliere in tre mesi per lo svolgimento della consultazione , infatti , è stata fissata una seconda soglia a 800 000 sottoscrizioni varcata la quale il quorum previsto per l’ammissibilità del referendum non è più pari al 50% più uno degli elettori aventi diritto ( circa 50 milioni ) ma al 50% più uno degli elettori che hanno votato alle precedenti elezioni politiche ( di regola 30 milioni , il 60% del totale ) . In altri termini , qualora si raccolgano 800 001 firme in tre mesi , un referendum si potrebbe vincere col voto favorevole del 16% degli elettori complessivi , quello contrario del 15% e una non partecipazione pari al 69% . Dato quest’ultimo non così lontano dalla realtà , visto il sempre più calante entusiasmo dei nostri concittadini verso le consultazioni elettorali .” Un apporto decisivo potrebbe quindi essere offerto dall’istituzione ecclesiastica che , agevolando sul piano logistico-propagandistico l’iniziativa concreta di un’entità come la nostra , extrapartitica e proveniente dalla società civile , per la prima volta ha realmente la possibilità di ottenere l’abrogazione della legge che consente la soppressione legalizzata dei nostri simili più deboli durante la gravidanza , in violazione del diritto alla Vita , dei dettami di fondo della dottrina cattolica e , a prescindere da ogni convinzione religiosa , delle regole civiche più elementari . Ma la Chiesa compirà mai questo passo ? Di recente l’appoggio ecclesiastico si è rivolto ad iniziative , come “ Uno di noi “ , che non avevano per oggetto il diritto di aborto , su cui le ultralaicizzate istituzioni comunitarie adìte sono del resto incompetenti a decidere , ma lo smaltimento degli embrioni , e che erano subordinate ad un veto istituzionale inesistente in un referendum , nel quale è il popolo stesso che decide . Ora che vi è un progetto diretto ad abrogare realmente quella legge , l’auspicio è che le istituzioni ecclesiastiche possano effettuare una scelta coerente con le ragioni profonde sulle quali si fonda la loro esistenza o , quanto meno , estendere il loro supporto a forme effettive di difesa del diritto alla Vita . Invito , dunque , tutti i nostri iscritti ad operare come missionari a difesa della Vita nascente impegnati nel favorire un’alleanza tra società civile e istituzione ecclesiastica , attivandosi presso gli esponenti della Chiesa a sé più vicini per sensibilizzarli a sostenere la nostra azione . E’ arrivata per tutti l’ora delle scelte fondamentali , quali quella tra diritto di soppressione del proprio figlio e diritto di nascita , tra profitto e uomo , tra interessi di comodo e altruistica difesa del più debole , tra cinico laicismo e civiltà , tra cattolicesimo di facciata e cattolicesimo ideale , tra cattolici adult(er)i ( verso la parola di Dio ) e cattolici . E’ , in particolare , arrivato il tempo di rischiare l’impopolarità verso il potere , i media e la cultura dominanti come di essere esclusi dai salotti del pensiero unico , di combattere a fianco di coloro che , come noi , vogliono attuare il doppio messaggio di Giovanni Paolo II , diretto a combattere le leggi abortiste ( come da enciclica “Evangelium vitae “ ) e a non avere paura , nella consapevolezza che il concepito è il vero ultimo nella nostra società , per il quale la posta in gioco non è vivere bene o male , ma vivere , che non è difeso da sindacati e partiti , che non può scioperare o manifestare , che è vittima di molteplici interessi di comodo ed economici , che lo rendono inviso ai poteri forti , ai media , alle lobbies riconducibili anzitutto alle case farmaceutiche ed alle strutture sanitarie . Nella peggiore delle ipotesi un referendum sul tema sarebbe l’occasione per aprire un dibattito nel paese e nelle singole coscienze , di credenti e non , sopito da oltre un trentennio , che potrebbe salvare molte vite umane e che non può che nascere da eventi di cogente ed inequivocabile rilevanza pubblica come un referendum .”

Pietro Guerini

 

 

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