06/12/2012

Aborto, sempre più obiettori di coscienza

Crescono i ginecologi obiettori, con punte che superano l’85% in Basilicata, Molise e Campania. È quanto emerge dalla Relazione 2012 sulla legge 194, che il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha firmato e inviato questa mattina ai presidenti di Camera e Senato. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al Sud (con un massimo di 75% in Molise e in Campania e 78,1% in Sicilia) e i più bassi in Toscana (27,7%) e in Valle d’Aosta (26,3%). Per il personale non medico i numeri sono in generale più bassi, con un massimo di 86,9% in Sicilia e 79,4% in Calabria.

TENDENZA – In generale comunque nel 2010 si registra una stabilizzazione generale del fenomeno dell’obiezione di coscienza tra i ginecologi e gli anestesisti, dopo un notevole aumento negli ultimi anni. Infatti, a livello nazionale, per i ginecologi si è passati dal 58.7% del 2005, al 69.2% del 2006, al 70.5% del 2007, al 71.5% del 2008, al 70.7% nel 2009 , al 69.3 nel 2010. Per gli anestesisti, negli stessi anni, si nè passati dal 45.7% al 50.8%, per il personale non medico dal 38.6% nel 2005 al 44.7% nel 2010.

ABORTI – Nel 2011 si sono registrate in Italia 109.538 interruzioni volontarie di gravidanza: erano state 115.981 nel 2010. Il calo è stato del 5,6%. Degli aborti registrati in Italia nel 2010, circa il 46% è avvenuto nelle regioni del Nord, seguite da quelle del Sud, del Centro e delle Isole.

RU486 IN TUTTE LE REGIONI, TRANNE LE MARCHE – In base alla relazione, sono cresciuti gli aborti con la pillola Ru486: il farmaco è stato usato nel 2010 in 3.836 casi (3,3% del totale delle interruzioni volontarie di gravidanza) e in 3.404 casi nel primo semestre del 2011. L’aborto medico fatto con la pillola Ru486 a base di mifepristone è praticato ormai in quasi tutte le regioni, tranne le Marche e nel 96% dei casi senza complicazioni. Come spiega la relazione, non ci sono grandi differenze circa le caratteristiche socio-demografiche delle donne che vi ricorrono, anche se in generale sono meno giovani, più istruite, italiane e nubili rispetto alle altre che hanno abortito nello stesso periodo.

DONNE STRANIERE – Più di una donna su tre che ricorre all’interruzione volontaria di gravidanza è straniera. Secondo i dati contenuti nella Relazione sulla legge 194, infatti, non era italiana il 34,2% delle donne che nel 2010 hanno praticato una Ivg (38.331 casi).

Fonte: Corriere della Sera

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