08/06/2019

“Adios Salvini”: la satira del gay pride contro il governo pro family

Si tinge di parodia il gay pride in svolgimento oggi a Roma. Nel mirino ci sono vari esponenti di centrodestra e della maggioranza gialloverde, con particolare riferimento ai protagonisti del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Evitando qualunque vero dibattito riguardo alle idee portate avanti dallo stesso Congresso, i movimenti Lgbt ripiegano sullo sberleffo e propongono Adios Salvini, una “gaia” fanfara costruita sulle note di Adios Amigo di Raffaella Carrà e interpretata da Muccassassina e Karma B.

«Adios Salvini / Goodbye Pillon / Ciao ciao Meloni / arrivederci, aufwiedersen […] l’arcobaleno le vostre idee travolgerà», recita l’amena canzoncina che ne ha anche per il Ministro Lorenzo Fontana («le sue teorie che tristezza mi fan / senti invece l’amore che scorre / quante note festose che ha»). Ignorando probabilmente l’ostilità di Luigi Di Maio verso il Congresso di Verona, Muccassassina e Karma B redarguiscono anche il vicepremier pentastellato: «C’è Di Maio che vede soltanto uomo e donna poi il resto non c’è / guarda meglio Giggino e vedrai / famiglie arcobaleno che avrai». La canzone-sfottò non risparmia nemmeno l’«ex ballerina / sovranista ormai pure lei», ovvero Lorella Cuccarini, più volte espressasi a favore della famiglia naturale, «per fortuna c’è Heather Parisi / che con un tweet / tifa sempre per noi».

Nel video, i politici pro family sono rappresentati con mascara e rossetto (tecnica di scherno tipica dell’ideologia Lgbt), mentre fanno capolino qua e là striscioni da balcone, con gli slogan di queste settimane: «contro l’odio, cuori e porti sempre aperti».

«Abbiamo voluto giocare con la satira politica», ha dichiarato all’Adnkronos Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo Mario Mieli. «I personaggi citati nel video-parodia hanno preso posizione contro la comunità Lgbti o il Roma Pride, alcuni sono stati protagonisti del Congresso delle Famiglie a Verona. Alla ventata oscurantista di fine marzo, ai tentativi di riportare la società indietro di 150 anni, rispondiamo con un’ondata arcobaleno».

Un’operazione di marketing ideologico che ricalca perfettamente le dinamiche e i cliché dell’omosessualismo globale e di tutti i gay pride del mondo: contrapporre al percepito grigiore delle idee reazionarie, la presunta freschezza e allegria delle parate arcobaleno, sempre grondanti di “amore”. Senza comunque mai rispondere nel merito delle critiche ricevute, ma tirando fuori soltanto epiteti che sanno – quelli sì – di vecchio e stantio. Uno su tutti: “fascisti”…

Luca Marcolivio

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