15/06/2017

Alla Pontificia Accademia per la Vita c’è un prof. pro aborto

La Pontificia Accademia per la Vita, presieduta da Mons. Paglia,  annovera tra i suoi nuovi membri il Regius Professor of Moral and Pastoral Theology di Oxford, Nigel Biggar, che ha dichiarato di essere favorevole all’aborto.

Per sciogliere il dubbio che solleva Niccolò Magnani su Il Sussidiario, che  ritiene malevolo il commento di quelli come Marco Tosatti che rimangono sorpresi e amareggiati dal fatto che nella Pontificia Accademia della Vita ci sia qualcuno favorevole all’aborto, siamo andati a ricercare la dichiarazione testuale di Biggar, in dialogo con Peter Singer (quello per cui le persone con sindrome di Down valgono meno degli animali).

«...The killing of any human being is a morally hazardous business, even if it is permitted at an early foetal stage. It isn’t something that we should do casually and wantonly, and I suspect that Peter would agree with that. So I would be inclined to draw the line for abortion at 18 weeks after conception, which is roughly about the earliest time when there is some evidence of brain activity, and therefore of consciousness. In terms of maintaining a strong social commitment to preserving human life in hindered forms, and in terms of not becoming too casual about killing human life, we need to draw the line much more conservatively» (da Standpoint Magazine)

A 18 settimane il bambino si muove ancora facilmente nel liquido amniotico. E' grande come un grosso peperone. Gli apparati genitali sono già formati e al loro posto, sia per il maschio che per la femmina.
A 18 settimane il bambino si muove ancora facilmente nel liquido amniotico. E’ grande come un grosso peperone. Gli apparati genitali sono già formati e al loro posto, sia per il maschio che per la femmina.

Traduciamo: «... L’uccisione di un essere umano è affare moralmente delicato, anche quando è permessa in uno stato fetale precoce.   Non è una cosa che possiamo fare casualmente e senza limiti, e credo che anche Peter sia d’accordo [a noi non risulta che Singer abbia remore in proposito, ma non è questo il punto, ndR]. Sicchè io sarei incline a segnare il limite per l’aborto a 18 settimane dal concepimento, che grosso modo è il primo momento in cui c’è qualche prova di attività cerebrale [questo è assolutamente falso, dal punto di vista scientifico, ndR], e perciò di consapevolezza [anche quelli che dormono sono in uno stato di non consapevolezza... ndR]. In termini di mantenimento di un forte impegno sociale nel preservare la vita umana in forme limitate, e in termini di non divenire troppo casuali nell’uccidere vite umane, dobbiamo segnare il limite in modo molto più conservativo»

Certo, rispetto a chi è favorevole all’aborto senza limiti e anche post nascita, come Singer, la posizione di Biggar potrà essere considerata “conservatrice”.

Ma le parole che abbiamo evidenziate ci sembrano molto chiare. Giustamente Tosatti si stupisce non tanto che uno così ignorante nelle nozioni basilari di embriologia e di sviluppo fetale sia professore ad Oxford, quanto nel fatto che questi sia membro della Pontificia Accademia della Vita.

Redazione

 


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