16/01/2018

Ancora un ricordo del card. Caffarra: a Trieste

Il 21 dicembre è stata celebrata, secondo la forma straordinaria del Rito Romano, presso la chiesa tergestina della B. V. del Soccorso una Santa Messa in suffragio dell’anima del Cardinale Carlo Caffarra.

Il rito è stato celebrato da don Paolo Rakic ed accompagnato con la Messa da Requiem di Perosi , cantata dal coro “Alabarda” con all’organo il M° Cossi.
Molti i fedeli presenti che con partecipazione e devozione hanno pregato per il defunto Caffarra.

Don Rakic, al termine della cerimonia, ha raccontato come l’estate scorsa sia stato proposto di invitare il Cardinal Caffarra in questa chiesa; la sua salita al Cielo il passato 6 settembre ha colto di sorpresa tutti ed allora lo si è voluto accogliere almeno spiritualmente.

Caffarra è stato uno dei più grandi studiosi sul matrimonio e la famiglia ed il suo impegno e dedizione a questi temi sono stati molto ben ricordati nell’orazione funebre tenuta da don Samuele Cecotti, che ha enunciato diverse sue opere di misericordia, sottolineando anche come gli stessi presenti, secondo la definizione classica della Chiesa, pregando per il defunto Cardinale, stessero realizzando quella settima opera di misericordia spirituale che dice proprio di pregare per i vivi e per i morti.

Il Cardinal Caffarra ha costantemente ricordato a tutti la santità del matrimonio così come da sempre insegnato da Santa Madre Chiesa. Ha ammonito i peccatori con quella dolcezza unita a fermezza che è propria dei Santi; ha ricordato la gravità del peccato senza per questo abbandonare i peccatori, ma offrendo loro quella mano di salvezza che sta proprio nel dire loro la verità.

Ordinato a 23 anni nel 1961, Caffarra fu il primo ad affrontare alcune spinose tematiche bioetiche e forse tra i primi ad affrontare in ambito teologico le questioni di ingegneria genetica. 
Paolo VI nel 1974 lo nominò membro della Commissione teologica Internazionale e nel 1980 San Giovanni Paolo II lo volle come esperto al Sinodo dei Vescovi sul matrimonio e la famiglia, per dargli l’anno successivo il mandato di fondare il Pontificio Istituto degli Studi sul matrimonio e la famiglia; nel 1988 ha fondato a Washington la sezione americana dell’Istituto sulla famiglia. Nel 2006 Papa Benedetto XVI lo crea Cardinale e nel 2014 e 2015 è padre sinodale nei due sinodi sulla famiglia ed è protagonista del dibattito teologico e morale nella discussione che è seguita.

Nel 1983 Caffarra ha scritto una lettera a Lucia di Fatima in merito al neonato Pontificio Istituto; teologo di grande fama, ma senza grande esperienza di “governo”, era intimorito da questo suo importante ruolo di guida dell’Istituto, che riguardava l’intera Chiesa universale; scrisse a Suor Lucia chiedendo preghiere e lei rispose in tempi brevissimi, nonostante il complesso meccanismo di dialogo, poiché era vietato potersi rivolgere direttamente a lei, ma lo si poteva fare solo attraverso il Vescovo di Fatima; la veggente nella lettera di risposta conferma che lo scontro finale tra il Signore ed il regno di Satana sarà sulla famiglia ed il matrimonio, concludendo che comunque la Madonna al serpente ha già schiacciato la testa.

In un’Intervista di maggio 2017 Caffarra ha dichiarato che le parole di Suor Lucia si stanno adempiendo, denunciando due eventi terribili: la legittimazione dell’aborto, diventato diritto soggettivo della donna ed il tentativo di equiparare il rapporto omosessuale al matrimonio. «Satana sta tentando di minacciare e distruggere i due pilastri, – ha detto il Cardinal Caffarra – in modo da poter forgiare un’altra creazione. Come se stesse provocando il Signore, dicendo a Lui: “Farò un’altra creazione, e l’uomo e la donna diranno: qui ci piace molto di più».

Sempre sul matrimonio, il Cardinal Caffarra ha ricordato che esistono norme morali assolute, valide sempre e senza eccezioni, che proibiscono atti intrinsecamente cattivi, che non è mai ed a nessuno lecito trasgredire e che nessuna autorità può modificare; ha ricordato ancora che l’adulterio è grave offesa alla giustizia e violazione della legge di Dio e mai ed in nessun caso può essere lecito, come mai ed in nessun caso unioni adulterine possono essere legittimate, anzi: la convivenza more uxorio in un rapporto adulterino costituisce grave stato di peccato; ed ancora che il peccato è inconciliabile con la grazia e che mai ed in nessun caso una vita di grazia è compatibile con una condotta peccaminosa.

La grazia distrutta con il peccato si riacquista con il sacramento della penitenza, per accostarsi al quale è però necessario il pentimento ed il proposito di non peccare, incompatibili con la volontà di permanere nello stato di peccato in cui ci si confessa.

Al termine della celebrazione diversi fedeli si sono trattenuti per ringraziare don Paolo e don Samuele, tra questi il consigliere comunale (di Trieste) Salvatore Porro, don Roberto de Paolis della Prelatura dell’Opus Dei e il M° Vladimir Matesic organista titolare della cattedrale felsinea (che ha anche portato i saluti del Primicerio del capitolo cattedrale di Bologna). Il presidente del Consiglio comunale (di Trieste) Marco Gabrielli, impossibilitato ad essere presente, ha telefonato per dare la propria adesione morale. Nei giorni precedenti molti Sacerdoti, diocesani e religiosi, di diverse parti d’Italia (ma anche dall’Austria e dalla Germania), tra cui un Vescovo emerito, avuta notizia dell’iniziativa, avevano comunicato la loro adesione orante.
La Messa di suffragio per Caffarra ha rappresentato un profondo momento di preghiera e di riflessione per Trieste.

Amedeo Rossetti


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