05/12/2013

Bologna – Congedi matrimoniali anche per i gay

È di questi giorni la notizia di due uomini, uniti in matrimonio –peraltro religioso- in Islanda, che hanno chiesto ed ottenuto il congedo matrimoniale da parte dell’Ateneo di Bologna, raccogliendo lo scontato entusiasmo delle associazioni di settore.

La ratio è sempre quella: predisporre la società ad accogliere il matrimonio omosessuale attraverso diversi artifizi per traghettarla verso la piena adesione all’agenda programmatica GLBT. Le varie amministrazioni locali, infatti, seguendo le cosiddette buone prassi comunitarie, vengono ideologicamente spinte a partecipare alla gara a chi adotta posizioni più conformi al politicamente corretto, di fatto ponendo le basi per l’equiparazione della famiglia tradizionale alle unioni non eterosessuali.

In attesa dell’adeguamento da parte del Parlamento, passaggio che i soggetti in questione danno per scontato, comuni e province si muovono disegnando politiche familiari senza famiglia. E per far questo le istituzioni interessate procedono sia sul piano ideologico che su quello, per così dire, burocratico. Quest’ultimo, infatti, all’apparenza sembra meno dirompente, non passibile di particolari critiche, ma di fatto costituisce il centro della rivoluzione copernicana in atto. Passare dal concetto di “famiglia” a quello di “famiglia anagrafica” equivale a livellare, per esempio, una coppia di giovani sposi a zia e nipote che vivono assieme, pur magari per nobilissime ragioni di mutuo aiuto. Togliendo di mezzo l’impegno matrimoniale, ciò che rimane è una mera fotografia del piano anagrafico, valorizzando unicamente l’aspetto del convivere sotto uno stesso tetto. In linea teorica, quindi, anche due studenti che si dividono l’affitto per abbattere le spese, costituiscono una famiglia anagrafica.

La vicenda di Bologna è emblematica e rappresenta la sommatoria di tutti gli strumenti utilizzati per questa battaglia gayfriendly.  Ritroviamo tutto nelle parole di uno dei due “sposini” (marito? Marito bis?): rispettare l’equità delle persone, matrimonio gesto d’amore, impegno delle aziende, arretratezza dell’Italia.

Primo. L’equità non è uguaglianza, soprattutto se con essa si vuole eliminare ogni forma di differenza, comprese quelle naturali. Equità significa in primo luogo rispetto dei ruoli, delle posizioni ricoperte, non tanto privatisticamente nel luogo di lavoro, ma nella comunità.  È, quindi, equo aspettarsi che vi sia un riconoscimento diverso nei confronti di un’unione eterosessuale che pone le basi di una famiglia rispetto ad una coppia di persone che dicono di amarsi.

Di qui, il secondo punto. Il matrimonio non è un gesto d’amore, un momento di gioia. O meglio, non è solo questo. È principalmente un impegno, un legame che si vuole cementare in chiave prospettica per la coppia, per la famiglia che da essa nascerà e, permettetecelo, per la comunità tutta. Uomo e donna che si presentano dinnanzi ad un altare chiamano Dio a testimone del loro impegno, presenza che dà il sigillo del Sacro all’unione. Ma lo stesso uomo e la stessa donna che decidessero di sposarsi civilmente prendono comunque un legame che trascende le loro singole volontà perché vanno ad impegnarsi per la comunità.

Terzo. Le aziende possono, nell’ambito della discrezionalità contrattuale, garantire ferie e riconoscere permessi ma questi in primo luogo non si sostanziano in diritto positivo e, nella migliore delle ipotesi, sono finalizzate a mantenere un rapporto di serenità tra datore di lavoro e dipendente. Che è ben altra cosa. Capitolo diverso deve essere fatto per le assicurazioni che, ovviamente, seguono le leggi del mercato e dispongono di pacchetti atti a riconoscere anche le unioni gay/trans per meri motivi di lucro.

Per quanto poi riguarda –quarto punto- l’arretratezza dell’Italia, crediamo che la cosa debba essere letta con un inverso approccio: non ultimi, bensì i primi del Vecchio Continente. I primi a tener ferma la barra di ciò che è giusto e naturale.

Redazione

Clicca qui per leggere l’articolo tratto da La Repubblica

 

Festini

 

 

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