12/12/2017

Cambiare sesso ad Abano: la medicina asservita all’ideologia

Ad Abano (Padova) trionfa l’ideologia gender, quella che secondo alcuni, esiste solo nella mente dei fanatici bigotti. Si può cambiare sesso, basta un bisturi!

Con un qualche ritardo rispetto a quella originale di John Money, che risale alla metà degli anni 50 del secolo scorso, la Gender Identity Clinic per la riassegnazione chirurgica del sesso ha aperto i battenti ad Abano, per decisione della giunta regionale su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto (Lega Nord). I fondi stanziati sono “solo 200 milioni” di euro ma in futuro, chissà, può darsi che ci sia una maggiore richiesta da soddisfare, come sta già accadendo nel Regno Unito.

“Una decisione presa nel segno della qualità e della modernità” ha affermato l’assessore regionale veneto. Forse l’assessore alla sanità Coletto non conosce il seguito della storia della Gender Identity Clinic di Baltimora che ha visto la chiusura nel 1979 dopo che lo studio del Dr John Meyer aveva messo in evidenza il fatto che una procedura lunga, dolorosa e costosa in realtà non aveva prodotto i risultati sperati in termini di riabilitazione psichica e sociale delle persone transessuali. (Meyer JK, Reter DJ. Sex reassignment. Follow-up. Arch Gen Psychiatry. 1979 Aug;36(9):1010-5.)

Secondo l’opinione del Prof. McHugh, il responsabile della struttura che ne decise la chiusura, sarebbe “un errore mutilare degli organi perfettamente sani perché lo richiede la mente disturbata dei pazienti transessuali” (Surgical Sex, why we stopped doing sex change operations, 2004)

Brian e Bruce Reimer_teoria_gender_sesso
Bruce-Brenda- David Reimer, la vittima dell’esperimento di John Money, uno dei principali ideologi del gender

Un giudizio lapidario che prevede che si debba ricercare da qualche altra parte come poter aiutare queste persone con problemi dell’identità di genere. Ad onor del vero c’è da dire che nel 2017 la Johns Hopkins University di Baltimora ha sentito il dovere di ripristinare il programma di interventi di riassegnazione chirurgica del sesso dopo 38 anni di stasi del progetto.

Di fronte a tutto ciò sorge spontanea una domanda: come mai questa procedura per la riassegnazione del sesso che sicuramente è lunga, dolorosa e costosa continua ad essere presa in considerazione e messa in atto pur producendo dei risultati tanto conflittuali?

Perché risponde all’esigenza della società liberal-progressista che vede nella volontà dell’individuo la stella polare dell’azione politico-sanitaria.

Nel mondo nuovo e perfetto sognato dai liberal-progressisti non c’è posto per i disordini mentali che sono solo il retaggio di una società antica che si permette di esprimere giudizi: dopo tutto chi può legittimamente azzardare giudizi in un settore tanto controverso?

Nel nuovo mondo anche la medicina è ostaggio del politically correct e non risponde più ai criteri di oggettività e non contraddizione perché se la biologia può essere ignorata da coloro che si sentono intrappolati nei corpi sbagliati, il discorso si capovolge nel momento in cui il discorso si sposta sull’altra componente dell’universo LGBT e cioè i gay per i quali la biologia torna a diventare un dato deterministico immutabile (la born gay theory).

Inutile cercare la logica scientifica delle due posizioni perché non può esistere, tutto rientra nell’ottica di una politica che, pressata dall’industria del settore, si arroga il diritto di decidere anche le diagnosi e le terapie mediche.

E i medici che dicono? Tutti allineati come ai tempi delle leggi razziali?

La Rosa Bianca


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