13/06/2019

Chiara Corbella: una vita per la vita e un’ispirazione

Il 13 giugno 2018, Pro Vita inaugurava la sua attuale sede romana. Tante campagne per la vita nascente, per la salute della donna, per il rilancio demografico. Un’attività seguita dalla fusione con Generazione Famiglia, che ha dato vita a un nuovo e ancor più forte e autorevole soggetto: Pro Vita & Famiglia.

La battaglia per la vita e per la famiglia richiede una dedizione totale e una generosità senza risparmio. Servire queste cause implica rinunce ed essere coraggiosi. Ma quello che più ci appartiene è che le nostre iniziative e campagne non nascono in nome di ideali astratti ma partono dal vissuto personale di molta gente che la vita e la famiglia le amano concretamente, nei gesti del quotidiano. Persone che desiderano preservare il bene più prezioso, la ricchezza che non si può perdere e che, a differenza delle ricchezze materiali, non delude mai.

Chiara Corbella Petrillo (1984-2012) era una di queste persone che nella vita e nella famiglia hanno creduto fino in fondo. Pro Vita onlus – che l’anno scorso inaugurò la sede nell’anniversario della sua scomparsa – e Notizie Pro Vita nascono con un’ispirazione alla vita e alle opere di questa giovane romana, la cui morte ha commosso l’Italia e non solo. Si è molto parlato di come Chiara e il marito Enrico abbiano cristianamente accolto la nascita dei primi due figli, Letizia (2009) e Davide Giovanni (2010), pur sapendo che sarebbero vissuti pochissimo, a causa di gravi malformazioni. Chiara ed Enrico hanno saputo marciare controcorrente per manifestare l’amore incondizionato a quei due bambini. Non era infatti così scontato averli dati alla luce, nonostante quelle menomazioni irreversibili. Parimenti, la giovane coppia fu assai determinata nell’anteporre la nascita del terzo figlio, Francesco, alle cure per la madre alla quale, nel frattempo era stato diagnosticato un tumore alla lingua.

Solo in seguito, Chiara si sottopose ai trattamenti e agli interventi che, durante la gravidanza, avrebbero potuto pregiudicare l’incolumità del bambino. Una scelta che poteva essere vista come “scomoda” agli occhi di un mondo che, spesso, assieme alla sofferenza, pretende di rimuovere anche i sofferenti. Per Chiara era accogliere la vita come un dono di Dio.

E lei è un esempio anche per la sua volontà infinita di costruire una famiglia per cui spendersi. La sua storia d’amore con Enrico era iniziata nel 2002, quando lei era diciottenne e lui ventiquattrenne, tuttavia, prima del matrimonio, celebrato ad Assisi nel 2008, i due giovani dovettero attraversare le tempeste del dubbio, del contrasto, della lontananza e dell’abbandono. Vissero tutte le problematiche di coppia tipiche della loro generazione ma, guidati anche dalla fede, seppero mettere l’amore davanti a tutto. Non l’amore romantico, da telenovela ma l’amore vero, quello che arriva al sacrificio di sé e continua a vivere oltre quel sacrificio. L’amore per sempre.

La straordinaria partecipazione al funerale di Chiara, il 16 giugno 2012, così come alle messe di suffragio, ogni 13 giugno (oggi, ndr), alla basilica di San Lorenzo, fino alla cerimonia d’apertura del processo di beatificazione, avvenuto lo scorso 21 settembre a San Giovanni in Laterano, sono la conferma di quanto la gente comune ami ancora la vita e la famiglia. Chiara è una donna dei nostri tempi, una persona normalissima nella sua amabilità, che ha vissuto una vicenda eccezionale. Una di noi.

Luca Marcolivio

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