09/12/2013

Come ti erudisco il pupo – GLBT sin dalle scuole d’infanzia

Come genitori leggiamo con viva preoccupazione l’intenzione del dipartimento delle Pari Opportunità di promuovere le ideologie di genere e l’indifferenza dell’orientamento sessuale nelle scuole italiane di ogni ordine e grado sin dagli asili nido.

Mi riferisco alla “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)” pubblicata il 30 aprile 2013 sul sito dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, dipartimento per le Pari Opportunità).

Lo scopo di queste linee guida sembrerebbe essere quello universalmente condiviso di contrastare la discriminazione, ma di fatto colpirà il cuore della famiglia, nella sua componente più innocente, i bambini. Le ideologie di genere post-moderne sostengono che il sesso biologico è irrilevante, ciò che conta è “quello che voglio essere”.

L’idea è che i sessi non sono due, ma molti. Possiamo essere maschi e femmine, cioè essere in una dimensione di transizione, fluida, tra una sessualità e l’altra. Ne consegue che anche l’orientamento sessuale è indifferente, l’omosessualità, l’eterosessualità, la bisessualità sono indifferenti.

In base a queste teorie utopiche e prive di fondamento scientifico si vogliono indottrinare i nostri figli sin dalla più tenera età, peraltro attraverso la principale agenzia educativa che è la scuola.

E se passerà in Italia la legge sull’omofobia, non si potrà protestare: verrà limitata, pena il carcere, anche la libertà di parola, di religione e di coscienza dei genitori e quindi il diritto a educare i figli secondo le proprie convinzioni, diritto garantito dalla Costituzione Italiana.

La libertà di educazione è oggi drammaticamente ferita in Europa.

In Germania dal 2006 al 2011 si sono contati 35 genitori incarcerati per essersi rifiutati di mandare i propri figli, frequentanti le primarie, ai corsi di “educazione” sessuale previsti obbligatoriamente dall’ordinamento scolastico.
Nel marzo e aprile 2013 i bambini croati hanno subito nelle scuole primarie corsi di sessualità, redatti secondo il metodo Kinsey, in cui si rappresentano situazioni di sesso esplicito (sospesi a maggio 2013 dalla Corte Costituzionale, per fortuna).
Negli Stati Uniti, il Massachusetts impone alle scuole di permettere ai bambini di decidere da sé se sono maschi o femmine, e quindi sono prescrivibili trattamenti che inibiscono la pubertà e lo sviluppo delle caratteristiche sessuali per prepararli al cambiamento di sesso. In California sono state condannate delle istituzioni scolastiche perché impedivano ai bambini di usare gli spogliatoi delle bambine e vice versa.

E purtroppo le notizie di questo tipo si moltiplicano ogni giorno. “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e onore lo hai coronato”, dice il Salmo. E noi come possiamo contrastare questa cultura relativistica, che nega la bellezza e la dignità dell’Uomo?

Testimoniamo la Verità, difendiamo la realtà. Ha scritto Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, al n.68: “Tutti costruiscono il proprio “io” sulla base di un sé che ci è stato dato. Non solo le altre persone sono indisponibili, ma anche noi lo siamo a noi stessi. Lo sviluppo della persona si degrada, se essa pretende di essere l’unica produttrice di se stessa” (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, 68).

di Cristina Carturan

Per saperne di più, leggi anche l’articolo della Dottoressa Chiara Atzori.

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