La pubblicità è l’anima del commercio. E su questo le associazioni LGBT non sono seconde a nessuno.
Così la strumentalizzazione di una vicenda accaduta a Trento riesce a superare il localismo per giungere addirittura alla stampa internazionale.
Ovviamente –caratteristica fisiologica del telefono senza fili- la scadenza del termine di un contratto a tempo terminato viene presentata come licenziamento e un colloquio personale diviene un medievale atto di omofobia , nemmeno stessimo parlando dell’Inquisizione.
E ad assumere il ruolo di Torquemada è la Madre Superiora, Suor Eugenia Libratore, che viene descritta dai megafoni della cultura gay come un ottuso retaggio di una cultura vecchia di secoli. E, come dice la nostra docente (forse, non si sa) lesbica, queste scuole oscurantiste devono essere private dei finanziamenti pubblici.
Chissà se la pensava così quando, ogni mese, andava a riscuotere lo stipendio.
Redazione