23/06/2014

Di mamma ce n’è una sola... contro il mercimonio dell’utero in affitto

La coincidenza con la sfortunata partita Italia – Costa Rica, non ha impedito la partecipazione di Fiorentini e di Toscani da diverse altre provincie, al convegno “Di mamma ce n’è una sola” , tenutosi a Palazzo Panciatichi il 20 giugno alle 16, organizzato dal gruppo consiliare NCD.

Ha introdotto e moderato i lavori il Prof. Benedetto Rocchi, economista, dell’Università di Firenze.

I relatori, l’On. Eugenia Roccella e Francesca Romana Poleggi, direttore editoriale di Notizie Pro Vita, sono tra i membri fondatori del Comitato “Di mamma ce n’è una sola”, insieme ad Assuntina Morresi e a Olimpia Tarzia.

Hanno spiegato in cosa consiste il barbaro mercimonio dell’utero in affitto, le sue distruttive ricadute sociali, e le battaglie che in Parlamento sono avvenute e si prospettano su i temi etici: c’è un manipolo di coraggiosi Deputati e Senatori che ancora resiste contro la deriva nichilista della cultura della morte che si è infiltrata nelle fila dei Parlamentari italiani.

L’ultimo, recente, colpo basso, anti democratico e fortemente ideologico, dato dalla Corte Costituzionale alla legge 40/04, che ha abolito il divieto di eterologa, ha di fatto consentito la pratica dell’utero in affitto anche in Italia: perfino un Senatore della Repubblica, Lo Giudice, ha dichiarato di essere andato in USA a comprare un figlio con il suo compagno: sarà necessaria un’azione normativa – che la lobby delle cliniche per la riproduzione artificiale non vorrebbero – per arginare il danno.

Ha chiuso il lavori il capogruppo del NCD , Antonio Gambetta Vianna, con un appello all’azione coesa e capillare nella società civile, per l’informazione e la formazione della gente – che è sana e ragionevolmente portata a rispettare le natura e le sue regole – affinché si arresti il dilagare di questi processi distruttivi per l’umanità.

Nell’ambito della discussione finale è emerso, inoltre, un problema di stretta attualità, cioè i continui soprusi in atto nei confronti delle Sentinelle in Piedi a cui è stata negata la possibilità di distribuire volantini durante una veglia.

Redazione

 

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