02/11/2017

Don Oreste Benzi: un gigante tra i difensori della vita

Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è stato certamente un gigante nella difesa della vita, dei poveri e degli emarginati.

Ci sembra giusto ricordarlo nel giorno della sua morte, di cui oggi ricorre il decennale, nel giorno in cui ha cominciato la sua “vita vera” ed eterna. Per farlo, rilanciamo una testimonianza pubblicata da In Terris: scrive Italo D’Angelo, Questore di Pubblica Sicurezza.  

Redazione

«Dieci anni fa faceva ritorno alla Casa del Padre il Servo di Dio don Oreste Benzi. Don Oreste era un sacerdote diocesano che aveva scelto di svolgere il suo apostolato nella preghiera e nell’aiuto ai più poveri, ai più deboli, a quelli considerati gli ultimi, che lui era solito chiamare fratellini.

Ho avuto la grazia di conoscerlo tramite don Aldo Buonaiuto, allora giovane sacerdote che era tra i suoi collaboratori più fedeli e affezionati. Don Oreste un giorno mi disse: “Mi raccomando Don Aldo. Proteggilo”. Mi commosse quell’affetto di padre da parte di un vecchio prete verso uno più giovane. Da allora sento come figlio adottivo don Aldo che per me, quale confessore, è anche un padre .

Don Oreste aveva una carica di affetto contagiosa e una vera gioia di vivere. La notte si avvicinava alle ragazze sulla strada e cantava con loro, nei loro dialetti africani. Era straordinario vederlo, in tonaca, ballare e pregare cantando. Aveva sempre il sorriso sulle labbra.

Solo quando vi fu il funerale di una ragazza di colore, torturata e uccisa per aver cercato di ribellarsi alla sua schiavitù, ebbi modo di vedere lo sguardo triste e severo di don Oreste. Definiva la prostituzione l’ingiustizia più vecchia del mondo.

Con lui la mia vita è cambiata, sia quella professionale perchè da capo della squadra mobile riuscii a parlare il linguaggio degli emarginati e degli sfruttati, che spirituale, perché credo di aver, finalmente, tramite don Oreste, compreso che il mio Dio è Amore, misericordia, compassione, carità.

Il mio ultimo incontro con don Oreste l’ho avuto – vi sembrerà strano – sabato scorso . E ve lo racconto. Inavvertitamente ho chiuso il bagagliaio della mia automobile non avvedendomi che mia moglie vi teneva appoggiata la mano. Un urlo terribile ed è stato come se il mondo si fosse fermato. Ho riaperto il bagagliaio e
ho creduto di vedervi le dita della mano o quantomeno ho pensato di avergliele spezzate .

Ho subito pensato a Don Oreste. E dentro di me ho detto: “Aiutami”. Sono ancora a ringraziare Dio perché mia moglie ha avuto una semplice contusione. In questi giorni in cui riti pagani festeggiano i demoni io, da cattolico, voglio pensare ai Santi ed il mio pensiero va a questo mio grande Amico che da lassù continua a sorridermi e a proteggermi».


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