18/03/2018

Donne: chi promuove l’aborto è sessista e colpevole!

Chi promuove l’aborto “libero,  subito e gratuito” è sessista e colpevole nei confronti delle donne: questa la provocazione lanciata dal Direttore editoriale di Notizie ProVita, Francesca Romana Poleggi, al convegno sulle gravi conseguenze dell’aborto per le donne tenutosi  ieri tenutosi a Roma.

Sì, sessisti, anti – femministi, sono quelli che pensano che l’aborto serva a “liberare” le donne – quando nei fatti l’aborto legale non sconfigge la piaga dell’aborto clandestino; quando nei fatti l’aborto legale deresponsabilizza il padre e la società tutta; quando di fatto l’aborto legale lascia sole la donne davanti a quella che quasi  mai è una vera scelta libera da costrizioni più o meno esplicite.

Sessisti, anti – femministi  e colpevoli sono coloro che continuano a negare o a ignorare gli effetti deleteri dell’aborto sulla psiche e sul fisico delle donne, che non vengono mai informate in modo veritiero, completo e corretto sulle conseguenze di un gesto tanto efferato.

La lettura della testimonianza di Elga, una donna che dopo 23 anni dall’aborto ancora non trova pace, ha commosso profondamente la platea. Come ha lasciato di stucco veder girare il “contatore degli aborti“, veloce e inesorabile, a segnare, per ogni numero che passa, un bambino che muore ucciso dall’aborto.

Dopo un caldo invito a fimare la petizione di ProVita, per la salute delle donne, il moderatore, Antonello De Petris, dell’associazione Famiglia Piccola Chiesa  che ha organizzato l’evento con ProVita,  ha passato la parola a Giuseppe Noia.

Il noto ginecologo, clinico e cattedratico di fama internazionale, fondatore de Il Cuore in Una Goccia, ha ricordato come il bambino (embrione o feto è comunque un bambino, un essere umano completo: la scienza lo dimostra da 35 anni in modo indiscutibile) sia ormai dimenticato, scartato,”annullato” dalla cultura motifera abortista. Il “povero tra i poveri”, diceva Madre Teresa, cui è stato dedicato l‘Hospice perinatale diretto da Noia, al Gemelli, è ancor più povero se presenta qualche imperfezione: la cultura della morte  cavalca l‘eugenetica e la ingiusta discriminazione e si è associata a una medicina difensiva che assume contorni disumani, ma che purtroppo si va sempre più diffondendo: il risultato è una strage nella strage: quella dei bambini “imperfetti”. Anche di quelli con imperfezioni lievi e guaribili (come il piede torto e il labbro leporino), anche di quelli che hanno buone percentuali di nascere sani...

Noia ha quindi illustrato il lavoro di prevenzione, diagnosi, cura e accompagnamento che al Gemelli si svolge quotidianamente per i bambini e per le loro madri: anche nel caso più grave e disperante di tutti, anche nel caso di bambini anencefalici, i fatti dimostrano che le donne che li accompagnano alla nascita  e poi all’esito naturale soffrono di stress, depressione e altre conseguenze negative in percentuale molto minore di quelle che ricorrono all’aborto eugenetico. 

Perché – spiega Noia, – l’aborto nuoce alle donne: parla del cancro al seno e delle altre conseguenze  a  bereve e a lungo termine sottaciute dalla relazione ministeriale sulla 194; parla delle consguenze che si riverberano sulla salute di eventuali fratellini che rischiano di nascere prematuri, con tutte le complicazioni del caso.

E’ ora di sfondare il muro di silenzio, colpevole e omertoso che circonda l’aborto e le sue conseguenze. Grazie a chi organizza eventi come questo. Grazie, da parte di tutte le donne, anche di quelle accecate dall’ideologia che non comprendono e non vogliono comprendere.

Romana Fiory


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