01/09/2017

«Donne, fatevi rispettare!». Parola di Presidenta

Il/la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini è spesso sotto l’occhio del ciclone, e non solo perché porta avanti – a modo suo – la lotta per una maggiore dignità delle donne nella politica e nella società.

«D’ora in avanti farò valere i miei diritti nelle sedi opportune», ha affermato quindi la Boldrini in un recente comunicato stampa con il quale denuncia che la misura è colma, che non reagire agli insulti significa essere complici di coloro che si sfogano violentemente e vigliaccamente sul web contando sull’impunità.

Leggendo alcuni messaggi, devo dire che sono molto pesanti, non ne riporto nemmeno mezzo perché non è il caso, alcuni vanno ben oltre l’immaginazione e il limite di tolleranza che, per chi ha scelto la carriera politica, deve comunque per forza essere più alto rispetto a quello dei comuni mortali: fa parte dei rischi del mestiere e insultare un politico è quello più antico del mondo, donne o uomini non fa differenza.

Alcuni uomini politici attuali e “preistorici” (prima repubblica) reagiscono e reagirono diversamente, con un po’ di senso dello humor e quel briciolo di autoironia che a Laura Boldrini sembra mancare.

Giorgio Forattini disegnò per decenni Giovanni Spadolini con un pisello minuscolo, inversamente proporzionale alla sua stazza. Alcuni anni fa ha donato le sue vignette alla fondazione intitolata al famoso statista italiano. “Spadolini si divertiva” dice Forattini, altro che “battuta sessista”.

Altri si divertirono meno, Forattini fu fatto fuori dal mondo mediatico quando osò denunciare con la matita che il PCI prendeva soldi da Mosca, fatto certificato da documenti incontestabili, che probabilmente non era conveniente pubblicizzare.

Spesso si sente dire che la satira è di sinistra, la realtà dice che Forattini fu denunciato quasi esclusivamente da uomini politici di sinistra. E i vignettisti rimasti sul mercato? Quelli più feroci e gettonati, spesso senza merito, appartengono a quell’area, se ci facciamo caso, ma si tratta di satira o di un modo per inveire contro il nemico simile a quello denunciato dal Presidente della Camera?

Torniamo a lei, la Boldrini. Nel 2014 organizzò, presso la Camera, appunto, la presentazione di un manuale dal titolo Donne, grammatica e politica, in cui si richiedeva di declinare al femminile i mestieri: Ministra, architetta, prefetta, per fare alcuni esempi. Da allora quello più recepito dai media è stato “sindaca”, termine che suona talmente male che quando viene pronunciato in TV dà quella fastidiosa sensazione pari solo allo stridio del gesso lungo sulla lavagna, arma che ha fatto venire i brividi a generazioni di studenti.

“Sindaca” suona davvero male, non parliamone di “architetta”. Pare, oltretutto, che molte donne siano, per fortuna, contrarie alla rivoluzione boldriniana, una su tutte Susanna Camusso che dice di preferire essere chiamata “segretario” che “segretaria”, ma forse in questo caso prevale l’orgoglio sull’ideologia, infatti è noto che il segretario generale dell’ONU abbia più prestigio della segretaria dei film di Alvaro Vitali ed Edwige Fenech. Che ci vuoi fare!?

Sta di fatto che ascoltare la voce quasi sempre lamentosa di Laura Bordini – mai un sorriso da quando ricopre la seconda carica più importante dello Stato, figuriamoci prima – che in piena crisi economica sembra avere in testa solo l’architetta e la pompiera, può suscitare reazioni bizzarre. È normale che le sue parole generino satira, anche feroce, entro certi limiti ovviamente, il resto è da condannare e al pari di certe vignette in stile Charlie Hebdo non è satira.

Vittorio Sgarbi, uno che di querele subite se ne intende, ha iniziato a chiamarla ironicamente “Presidenta Boldrina”, per sottolineare che ci sono dei nomi indeclinabili e che a un geometra non verrà mai in mente di farsi chiamare geometro: sarebbe ridicolo. Qualcuno poi è normale che si alteri. Non c’è lavoro, ci impongono i premier dall’alto, l’Isis è alle porte e Laura Boldrini non ha altro cui pensare? Come si può credere che una battaglia di questo tipo serva realmente alle donne?

«Non trovo giusto», dice la Boldirini, «che donne che svolgono un ruolo, di vertice o no, non debbano avere un riconoscimento di genere, perchè è il segno che vengono considerate delle ‘comete’: passeranno, tutto tornerà come prima, tutto tornerà al maschile».

Forse per questo motivo i media hanno iniziato a usare “sindaca” con Virginia Raggi: c’è il fondato timore che per lei il passo da cinque stelle a cometa sia breve. Ma ciò accadrà a prescindere dalle parole, Presidentessa Laura Boldrini. E ogni tanto faccia la simpatica, sorrida, vedrà che i trogloditi la smetteranno.

Attilio Negrini


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