21/09/2016

Droga: cresce l’uso di nuove sostanze psicoattive tra i giovani

Mentre il nostro Parlamento discute sull’opportunità o meno di legalizzare la cosiddetta droga leggera e mentre l’intellighenzia di sinistra – Roberto Saviano in testa – pontifica sulla bellezza della “cannabis per tutti”, i dati europei riferiscono di un notevole aumento tra i giovani delle nuove droghe.

L’ultimo rapporto del progetto Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), infatti, solleva forti preoccupazioni per la crescita delle nuove sostanze psicoattive (Nps) tra gli studenti e, più in generale, delle dipendenze comportamentali e del consumo di sostanze illecite.

La ricerca, che nel 2015 ha coinvolto 35 Paesi europei e un totale di 96.043 studenti, in Italia è stata condotta come sempre dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) ed è stata presentata ieri presso l’Agenzia europea per il monitoraggio del fenomeno droga (Emcdda).

Come riferisce un comunicato del Cnr, «dopo la generale tendenza al rialzo tra il 1995 e il 2003, la diffusione del consumo di droghe è sostanzialmente stabile, rimanendo tuttavia su livelli molto elevati, con 10 Paesi che superano il 25%, tra cui l’Italia (28%). La sostanza più diffusa è la cannabis: riferisce di averla provata almeno una volta il 16% degli studenti (media di variazioni dal 4% al 37%), in aumento dall’11% del 1995 anche se in calo rispetto al picco del 2003 (19%); il consumo negli ultimi 30 giorni è del 7% medio (variazioni dall’1% al 17%), in crescita dal 4% di vent’anni prima. Tre studenti su 10 considerano la cannabis facilmente disponibile, più di altre droghe illecite: ecstasy (12%), cocaina (11%), amfetamine (9%), metamfetamine (7%) e crack (8%). Il 4% degli studenti (dall’1% al 10%) ha sperimentato le nuove sostanze psicoattive almeno una volta, mentre il 3% (dall’1% all’8%) ne ha riferito un uso recente (almeno una volta nell’ultimo anno)».

«In media, le Nps sembrano oramai più diffuse di altre sostanze come amfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd, questo evidenzia la necessità di approfondire il monitoraggio delle nuove droghe che vengono quotidianamente immesse sul mercato – osserva Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e principal investigator italiano del progetto Espad. Sono disponibili sia in forma pura che in preparati e non sono inserite nella lista delle droghe controllate dalle Nazioni Unite, ma pongono rischi per la salute pubblica comparabili a quelle delle sostanze illegali già note. Esistono vari gruppi di nuove sostanze, tra le quali le più diffuse sono: cannabinoidi sintetici, catinoni sintetici, fenetilamine, ketamina e analoghi, piperazine. Tuttavia, il numero e la composizione delle Nps sono in continua evoluzione».

«In Italia – prosegue il comunicato del Cnr –, la sostanza illecita più diffusa è la cannabis, con una percentuale ben più alta rispetto al resto d’Europa (27% contro il 16%) e in netto aumento rispetto al 2011 (21%). Ad averla provata negli ultimi trenta giorni è il 15% degli adolescenti italiani, secondi solo ai coetanei francesi (17%). Il 5% dei nostri studenti riferisce di aver provato Nps almeno una volta nell’ultimo anno, attestandosi al sesto posto su 35 Paesi».

Si tratta quindi di una vera emergenza, la cui soluzione non può certo essere trovata nella droga libera per tutti. Anche perché, arrivati a questo punto, la distinzione tra droghe leggere e pesanti è ormai assolutamente pretestuosa (ammesso che sia mai stata vera). La sfida delle dipendenze va affrontata cercando di capire (e di risolvere) quali disagi ne sono all’origine.

Riguardo il consumo di tabacco e alcol tra gli adolescenti, le politiche di contrasto degli ultimi due decenni hanno fatto registrare degli sviluppi positivi: sono diminuiti i fumatori quotidiani e quanti usano abitualmente tabacco (sebbene la percentuale italiana sia molto più alta rispetto alla media degli altri Paesi europei) e, seppur di poco, è comunque diminuito anche l’uso di alcolici.

Il rapporto Espad 2015 rileva però il pericolo della dipendenza da internet e dal gioco d’azzardo, i cui dati sono in costante e preoccupante crescita. Anche qui, come per la droga, si tratta di puntare sull’educazione e non certo sul vieto slogan sessantottino “vietato vietare”.

Federico Catani

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