16/12/2017

Eutanasia e DAT, deriva nichilista, recupero e riscatto

Approvata la legge che introduce l’eutanasia, i giornali e il web straboccano di commenti di ogni tipo, di facce di bronzo e di  Bonino piangenti, di facce di C e di Cappato sorridenti e tante altre facce che non ci interessano.

Tra i commenti interessanti, più azzeccati e condivisibili vogliamo proporne 3: quello dell’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi (una voce della Chiesa che parla chiaro e semplice, di questi tempi, non è comune), quella di Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, sulla Nuova Bussola Quotidiana, marcatamente politico e spietato, quella di Assuntina Morresi, sull’Occidentale, sempre  da gustare, soprattutto per chi ama la roba piccante.

Per motivi di spazio, non le riproduciamo tutte per esteso e invitiamo i Lettori a cliccare sui link qui sopra.

Potranno invece leggere qui di seguito le parole limpide e sapienti di  S.E. Monsignor Crepaldi

Giovedì scorso 14 dicembre il Parlamento italiano ha approvato la legge cosiddetta sulle DAT che apre all’eutanasia, persino in forme più accentuate che in altri Paesi. Durante la fase della discussione in Parlamento e nel Paese, anche io, come vescovo e come presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, ero intervenuto, insieme ad altri, come per esempio il Centro Studi Rosario Livatino [che spiega come la deriva eutanasica in atto è cominciata per via giudiziaria ai tempi di Eluana e di Welby, e ricorda che siamo in un regime totalitario, non in una democrazia, ndR], per mettere in evidenza la gravità del contenuto di questo testo di legge.

Purtroppo ha prevalso un’ideologia libertaria e, in definitiva, nichilista, espressa in coscienza da tanti parlamentari. Così l’Italia va incontro ad un futuro buio fondato su una libertà estenuata e priva di speranza.

Questa legge si aggiunge ad altre approvate in questa triste legislatura che hanno allontanato la nostra legislazione sulla vita e sulla famiglia dalla norma oggettiva della legge morale naturale che è inscritta nei nostri cuori, ma che spesso i piccoli o grandi interessi di parte e le deformazioni dell’intelligenza nascondono agli uomini.

Coloro che con grande impegno stanno smantellando per via legislativa i principi della legge morale naturale, che per il credente è il linguaggio del Creatore, non sono però in grado di dirci con cosa intendano sostituirne gli effetti di coesione sociale in vista di fini comuni.

La libertà intesa come autodeterminazione, che questa legge afferma ed assolutizza, non è in grado di tenere insieme niente e nessuno, nemmeno l’individuo con se stesso.

Preoccupa molto che in questa legislatura leggi così negative siano state approvate in un contesto di notevole indifferenza. Esprimo il mio compiacimento e sostegno per tutti coloro che si sono mobilitati, con la parola, gli scritti ed anche con le manifestazioni esterne, per condurre questa lotta per il bene dell’uomo. Devo però anche constatare che molti altri avrebbero dovuto e potuto farlo. Questa mia osservazione vale anche per il mondo cattolico.

Ampie sue componenti si sono sottratte all’impegno a difesa di valori così fondamentali per la dignità della persona, timorose, forse, di creare in questo modo muri piuttosto che ponti. Ma i ponti non fondati sulla verità non reggono.

In momenti come questo può prevalere un sentimento di scoraggiamento. E’ comprensibile. Tutto si paga in questa vita e le pessime leggi approvate produrranno sofferenza e ingiustizia sulla carne delle persone. Si ha l’impressione di doversi ormai impegnare per ricostruire dalle basi un alfabeto che è stato disarticolato. Nel contempo, occorre anche ricordare che la storia rimane sempre aperta a nuovi percorsi e soluzioni e che nella storia ci si offrono sempre nuove possibilità di recupero e di riscatto.

Recupero e riscatto che non ripagheranno, umanamente parlando, le ingiustizie provocate e subite, ma che permetteranno di non consentirne di nuove. Non dimentichiamo che c’è la storia, ma anche il Signore della storia. In Lui confidiamo per essere pronti alle nuove occasioni che Egli ci metterà davanti.

+ Giampaolo Crepaldi


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