28/04/2017

Eutanasia – Il Comunicato Stampa del MCL

L’approvazione alla Camera (ecco come hanno votato i singoli Deputati) della legge sulle cosiddette “Disposizioni anticipate di trattamento” (DAT), che in realtà introduce l’eutanasia, è l’ennesimo passo dell’Italia nella direzione del disfacimento del proprio tessuto sociale ed umano, quindi della propria fine, che non sarà né dolce, né indolore.

Sempre con lo studiatissimo linguaggio del politicamente corretto, il “biotestamento” ci viene presentato come una questione di “diritti civili”, di rispetto della volontà e della dignità. Ma, come ha scritto Francesco Agnoli, «la legalizzazione dell’eutanasia individuale volontaria è solo un passaggio intermedio per forme di eutanasia generalizzate e obbligatorie». Già oggi, laddove l’eutanasia è in vigore da anni, ad esempio in Olanda, il sistema favorisce le richieste di eutanasia. Perchè sottrarre risorse a un sistema che potrebbe destinarle in maniera ben più efficace?

La presentano come libertà di scelta. Ma un’iniezione di a base di pentobarbital (la stessa sostanza contestatissima per le condanne a morte in USA) costa alcune decine di Euro, a fronte delle varie centinaia di migliaia di Euro necessarie, all’anno, per curare per un malato. L’ammanteranno di umanitarismo, come successo per la soppressione del disabile DJ Fabo. Ma non ci sarà libertà di scelta.

La nuova legge ritiene la morte un bene, da proteggere giuridicamente, ha sottolineato Tommaso Scandroglio. E verrà portato alle estreme conseguenze, esattamente come la legge sulle cosiddette “unioni civili” ha portato alle adozioni per unioni dello stesso sesso e all’accettazione dell’utero in affitto. Appaiono peranto fuori luogo le rimostranze di vari politici cattolici, che costruiscono carriere sui “paletti” da mettere alle leggi, e sul “male minore”, facendo di fatto la sponda a chi vuole tali leggi.

Ed è fuori luogo anche parlare di “vuoto legislativo” da colmare. L’Italia una legge sul “fine vita” la ha dal 2010. Si intitola: «Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore». Ma è ignorata, evidentemente perchè la “libertà” di rifiutare le cure è ritenuta più conveniente.

Nessun malato, nessun disabile sarà più al sicuro. Già da tempo, nessun bambino è al sicuro nel grembo della madre. La Danimarca ha annunciato l’obiettivo, entro il 2030, di diventare uno Stato «Down Syndrome free». E i criteri di entrata e uscita dal nostro mondo si vanno facendo via via sempre più restrittivi. Chi non produce reddito, chi è un peso al sistema viene scartato. È l’arbitrio del più forte, a cui il diritto, per garantire il più debole, dovrebbe opporsi. Invece ora lo asseconda.

Gli ospedali sono stati inventati dal Medioevo cristiano per curare gli ammalati, invece di lasciarli morire fuori città. Il progresso ci porterà al fatto che, dopo un incidente, dalle ambulanze, invece dei medici, scenderanno i portatori dell’eutanasia, già evocati da Robert Benson ne Il Padrone del Mondo (1907).

La legge sul cosiddetto “biotestamento” è stata anticipata da un decennio abbondante in cui molte amministrazioni hanno approvato registri del “testamento biologico”, contro la legge in vigore. Che cosa propongono, oggi, i candidati cattolici alle prossime elezioni amministrative? Nel silenzio, brodo di coltura della menzogna, si diffonde la cultura della morte. Tra l’altro, la legge sull’eutanasia prevede l’obbligo, per tutti, comprese le aziende ospedaliere cattoliche, di soddisfare le richieste di eutanasia. Con buona pace dell’obiezione di coscienza e della libertà religiosa.

Qualche segnale positivo di resistenza c’è. I parroci di sei località molisane hanno suonato le campane a morto e affisso un necrologio: «Le campane suonano a morto perché la Vita è vittima della morte dall’aborto all’eutanasia delle Dat. Con queste, l’Italia ha scelto di far morire, non di far vivere. Prosit». In varie città si organizzano convegni informativi, le Sentinelle in Piedi hanno vegliato in segno di protesta in oltre quaranta piazza italiane. Speriamo che questi segni possano contribuire a risvegliare le coscienze, a dare coraggio ai medici per difendere la propria professione, e a bloccare l’approvazione finale della legge.

Francesco Bellotti, consigliere nazionale Movimento Cristiano Lavoratori e presidente MCL La Spezia


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