27/01/2015

Famiglia, baricentro esistenziale da preservare

Bagnasco ha parlato con saggezza e coraggio al Consiglio Permanente della CEI, anche della necessità di tutelare la famiglia e dell’ideologia gender.

Riportiamo la sintesi efficacemente redatta in un comunicato del Forum delle Associazioni familiari.

Parole di saggezza e di coraggio, nella prolusione del Card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei.

Saggezza e coraggio sull’Europa (che deve diventare non un progetto “che ruota intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili…”), sulle violenze a cui sono sottoposti i cristiani in tante parti del mondo (“lasciamo che il sangue dei martiri arrivi fino a noi, da qualunque regione della terra parta”) e sul fondamentalismo islamico che si trova a riempire “il vuoto nichilista dell’Occidente”.

Occorre quindi ripartire dai valori, per costruire una cultura di pace e per sconfiggere ogni incubo di terrorismo o di dittatura violenta.
Parole che riguardano anche l’Italia, la crisi economica ed in particolare il problema occupazionale. Difficile descrivere meglio di come fa il cardinale una priorità assoluta di bene comune, per custodire la concretezza dei bisogni della vita quotidiana della persone e delle famiglie, tuttora pesantemente disattesi. Banner_la_croce
Ma questa attenzione alle povertà materiali non significa dimenticare il rischio delle “nuove colonizzazioni ideologiche… che cercano di distruggere la famiglia”, una preoccupazione che ha segnato anche i lavori del recente Sinodo sulla famiglia. Non una questione giuridica, non una discussione accademica sulle definizioni, ma una vera e propria emergenza di fronte alla quale Bagnasco ribadisce che “la famiglia è il baricentro esistenziale da preservare e l’impegno nella vita sociale è aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese”.
Risuona particolarmente urgente l’esplicito riferimento a recenti e controversi progetti proposti nelle scuole italiane sull’identità di genere: “Educare al rispetto di tutti è doveroso, e la scuola lo ha sempre fatto grazie al buon senso e alla retta coscienza dei docenti, ma qui si vuole colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l’esplicita autorizzazione dei genitori. L’educazione della gioventù è talmente delicata e preziosa che non ammette ricatti o baratti di nessun tipo”.

Le parole del card. Bagnasco aprono il cuore perché chiamano non solo tutti i credenti, ma tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad un rinnovato impegno di dialogo e di testimonianza di bene comune.

Daniele Nardi, Capo ufficio stampa del Forum delle associazioni familiari

Qui riportiamo un passo saliente della prolusione PROLUSIONE BAGNASCO 26-28 GENNAIO 2015

La colonizzazione ideologica

Nel suo viaggio apostolico il Santo Padre ha spiegato in modo incisivo la sua denuncia della “colonizzazione ideologica”. Questa si ha quando gli imperi colonizzatori impongono delle condizioni cercando di far perdere ai popoli la loro identità (cfr Papa Francesco, Conferenza stampa in volo dalle Filippine,19.1.2015). Ogni colonizzazione ideologica si serve dei bisogni di un popolo per imporre, uniformare e sfruttare. Il Papa fa anche un esempio concreto, di grande interesse pure per noi oggi. Racconta che nel 1995, nella sua Diocesi, è stato concesso un prestito per costruire delle scuole per i poveri, ma a una condizione: “che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo grado di scuola. Era un libro di scuola, preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. (…) Questa è la colonizzazione ideologica – spiega il Santo Padre –: entrano in un popolo con un’idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuole cambiare una mentalità o una struttura. (…) Prendono il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e rafforzarsi per mezzo dei bambini” (id). Non è quanto, in un certo modo, sta accadendo anche da noi? I libri dell’Istituto A.T. Beck, dal titolo accattivante “Educare alla diversità a scuola” e ispirati alla teoria del gender, sono veramente scomparsi dalle scuole italiane? Educar e al rispetto di tutti è doveroso, e la scuola lo ha sempre fatto grazie al buon senso e alla retta coscienza dei docenti, ma qui siamo di fronte a un’altra cosa: si vuole colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l’esplicita autorizzazione dei genitori. Non è inutile ricordare che – anche se la maggior parte dei genitori fosse d’accordo – chi non lo è ha il diritto di astenere i propri figli da quelle “lezioni” senza incorrere in nessuna forma, né esplicita né subdola, di ritorsione, come sta invece accadendo in qualche Stato vicino a noi. L’educazione della gioventù è talmente delicata e preziosa che non ammette ricatti o baratti di nessun tipo e in nessuna sede. Noi Vescovi su questo saremo sempre in prima linea a qualunque costo, così come sul fronte della giustizia, dei poveri e dello stato sociale, che portiamo avanti grazie anche all’otto per mille. Così come sul fronte della famiglia e della vita umana, che il Papa ha riaffermato nel grandioso incontro delle famiglie a Manila: “Siate santuari della vita, proclamando la sacralità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale” (Manila, 16.1.2015). 

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