09/03/2017

Famiglia e gender a scuola: si promette battaglia

Anche l’associazione Non si Tocca la famiglia richiama l’attenzione di docenti e genitori sul disegno di legge che introduce l’educazione gender a scuola, di cui abbiamo parlato qui.

Scrive Giusy D’Amico: «Siamo pronti a contestare organizzando un presidio insieme ad altre associazioni di famiglie, per bloccare i lavori alla Camera su un disegno di legge inutile e dannoso.

Stiamo lavorando ad una serie di emendamenti che proporremo in opposizione a tale testo e valuteremo tutte le mosse opportune e possibili perché nessuna imposizione statalista e laicista si imponga nella vita intima dei nostri figli.

E’ bene che si sappia che il contributo offerto dai rappresentanti delle famiglie in sede di discussione alla Camera [cui ha partecipato, tra gli inascoltati, anche ProVita] è stato inascoltato, il dato si evince da un Testo che risulta ad una prima e sommaria lettura, totalmente ambiguo e interpretabile a partire dal solito linguaggio in stile ” gender diktat” se pur opportunamente velato, ma ormai noto.»

E come abbiamo visto qui, il giudizio non cambia ad una lettura più attenta.

Racconta poi la D’Amico dei modi poco democratici e poco trasparenti con cui sono state condotte le audizioni di quel 15 settembre 2016: hanno concesso tempo a chi non era iscritto a parlare (AGEDO, guarda caso) e hanno negato tempo a chi era regolarmente iscritto e autorizzato a parlare.

«Premesso che siamo assolutamente concordi per una strategia educativa condivisa, volta al contrasto verso qualunque forma di discriminazione ingiusta, critichiamo in modo specifico il Testo Unificato», spiega la D’Amico, la quale poi procede a una critica puntuale e dettagliata del testo unificato che potrete approfondire sul sito dell’Associazione.

Le critiche sono fondate principalmente sul fatto che il consenso informato dei genitori non è previsto e che di nuovo si tenta, con una legge antidemocratica e discriminatoria, di espropriare le famiglie del diritto – dovere di educare i figli, sancito dalla natura , dalla Carta costituzionale e dalle normative europee e internazionali.

Conclude battagliera la D’Amico: «Siamo decisi ad organizzare quanto si renda necessario per bloccare e presidiare i tre fronti a rischio rappresentati ora dal Miur, dall’Unar, dalla commissione Cultura della Camera.
Il contributo di tutti è essenziale nella diffusione delle petizioni che stiamo proponendo e nella risposta concreta ognuno darà se organizzeremo presidi davanti alle Istituzioni.
La Famiglia ha il dovere e il diritto di garantire istruzione ai propri figli nel rispetto dei propri valori etici, culturali, religiosi e filosofici».

Redazione



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