25/06/2014

I piccoli Looney Tunes spiegano come nascono i bambini. Senza parlare di genitori e di amore.

I piccoli Bugs, Daffy, Silvester, Tweety ed altri amici, nipoti dei personaggi che hanno animato la nostra infanzia, si interrogano su come nascono i bambini.

Questo è uno spezzone di un cartone animato andato in onda su Cartoonito, canale tematico dedicato ai più piccoli.

Hanno saputo che la nonna presto avrà un bambino e si fanno la legittima domanda su come nascono i bambini. La discussione è accesa, ognuno dice la sua, ma poi ecco il nostro gatto Silvester, si avvicina ad una scrivania, prende una matita e comincia a disegnare tanti neonati, in serie, dicendo che “ i bambini nascono proprio come le piante, dopo averli progettati e realizzati questi vengono messi su un carrello di consegna. A questo punto arriva la cicogna che li porterà a destinazione”.

Bambini seminati chissà dove, chissà tramite quali progetti e poi consegnati via posta. Nessun accenno ai genitori, nessun riferimento all’amore grazie a cui sono nati ed al fondamentale legale affettivo entro cui andranno necessariamente a crescere. Dei pacchi, merce a domicilio.

Andrebbe anche tutto bene –a quante generazioni è stato detto durante l’infanzia che il fratellino sarebbe arrivato grazie alla cicogna- ma i contesti sono cambiati: non è più così scontato il vincolo d’amore inscindibile tra madre e padre, si vuole far passare il messaggio che non è più necessario che siano presenti ambedue le figure per far nascere un figlio.

Se a questo poi aggiungiamo le pratiche di fecondazione artificiale eterologa, l’impianto in un utero in affitto e la scelta dei gameti, comprendiamo benissimo come un bambino possa “nascere come una pianta”: si acquista un seme, lo si impianta e lo si coltiva. Poi gli si cambia vaso e, una volta cresciuto, lo si consegna al cliente che ha effettuato la prenotazione.

A domande quali “come nasce un bambino?” non si deve certamente spiattellare nuda e cruda la realtà biologica, magari con accelerazioni sul piano esemplificativo o, addirittura, inutili specifiche relative a pratiche soggettive –come le linee guida di educazione sessuale imposta dall’OMS prevedono-, ma nemmeno estraniare totalmente il discorso tanto da renderlo un asettico commercio di prodotti e servizi.

Ai bambini non si devono dire bugie ma commisurare i discorsi al livello di maturità raggiunto sempre e comunque tenendo presente una costante: a tutte le età i bambini devono sapere che sono nati per l’amore dei loro genitori.

Redazione

 

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