12/07/2018

Gay pride: ma quanto costano alle casse degli enti locali?

I gay pride che si svolgono in diverse città d’Italia vengono patrocinati e sponsorizzati da diverse istituzioni pubbliche.

Cioè, il patrocinio dei vari Enti territoriali non sempre è gratuito, ma Comuni come quello di Ravenna finanziano lautamente con i denari pubblici le sfilate tese a manifestare in modo osceno e spesso violento l’orgoglio gay.

Il caso del comune di Ravenna è emblematico: questi link aprono i documenti che dimostrano ciò che stiamo scrivendo

La denuncia ci è arrivata dall’Associazione culturale San Michele Arcangelo e il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Ravenna, che hanno rilasciato il seguente comunicato stampa.

Questa denuncia, dunque, funge da corollario a quella sporta dall’Associazione Difesa dei Valori di cui abbiamo parlato quiIn 12 regioni hanno chiesto alla Corte dei Conti di indagare sulla legittimità di tali spese. Tra queste regioni non figura l’Emilia Romagna: andrebbe aggiunta...

«L’Associazione culturale San Michele Arcangelo e il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Ravenna esprimono il loro disappunto per la manifestazione “Marina Love Parade” animata dal noto locale gay e trans romano “Muccassassina”, appoggiata dal Comune di Ravenna, svoltasi  venerdì 6 luglio, a Marina di Ravenna.

Le istituzioni comunali, rappresentative di tutti i cittadini, non dovrebbero utilizzare in modo arbitrario il danaro dei contribuenti per finanziare iniziative di carattere ideologico, destinate all’indottrinamento delle persone.
Le istituzioni hanno invece il compito di agire a servizio dei cittadini al di là di qualsiasi appartenenza politica e non come proni strumenti propagandistici dei partiti di maggioranza.

Tentare di influenzare l’opinione pubblica trasmettendo messaggi politici usando gli uffici comunali evoca i comportamenti dei regimi totalitari, che strumentalizzano gli apparati dello Stato per conculcare una visione unilaterale della società ed imporre una “nuova” filosofia di vita , promuovendo una sorta di “rivoluzione culturale” antropologica comunque destinata al fallimento.

La Storia è maestra di vita e insegna che queste rivoluzioni antropologiche sono destinate al fallimento, così come sono fallite quelle ideologie novecentesche, il nazionalsocialismo e il comunismo, condannate profeticamente dal Magistero della Chiesa nelle Encicliche “Divini Redemptoris” e “Mit brennender Sorge” di Pio XI nel 1937. I partiti che esprimevano quelle ideologie hanno cercato di mutare la natura umana in nome di concezioni folli della persona e delle comunità utilizzando lo Stato e le pubbliche manifestazioni come strumento di disseminazione di idee assurde.

Marina di Ravenna è una località turistica rivolta anche al turismo familiare e appare del tutto inappropriato esporre i minori alla visione di spettacoli che promuovono messaggi di dubbio gusto assolutamente discutibili dal punto di vista della decenza. L’Amministrazione rispetti i cittadini, dal cui suffragio elettorale trae la sua legittimità nel loro servizio e che non devono essere trattati come sudditi da indottrinare».

Redazione

 

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