23/06/2017

Gaystapo: un aggiornamento sul caso dell’Avv. Pillon

La Gaystapo sta ampliando sempre più il proprio raggio d’azione: sono sempre di più i casi di persone che vengono “zittite” (o, almeno, questo sarebbe l’obiettivo). Abbiamo alcuni psicologi, tra i quali Giancarlo Ricci, alcuni giornalisti come Benedetta Frigerio, medici come Silvana de Mari, il sacerdote direttore di Radio Maria padre Livio... e l’elenco potrebbe continuare.

Parliamo oggi dell’Avvocato Simone Pillon, fornendo un aggiornamento sul suo caso.

Gaystapo – Note a margine dell’udienza filtro sul caso Pillon

Ieri, 22 giugno, si è celebrata l’udienza filtro nei due procedimenti penali che vedono imputato l’avvocato Simone Pillon.

Come sapete, Simone Pillon è stato querelato da Arcigay Omphalos Perugia per quanto ha dichiarato durante alcune delle sue conferenze tenutesi nel 2014 e 2015 tra Assisi, Ascoli Piceno e San Marino, nelle quali mostrava alcuni volantini messi a disposizione, durante un’assemblea di istituto tenutasi nell’aprile 2014, a studenti minorenni presso il liceo Alessi di Perugia senza darne alcun avviso ai genitori. L’unica comunicazione che le famiglie avevano ricevuto parlava genericamente di un’assemblea contro il bullismo omofobico. In tali volantini – che alcuni familiari di studenti hanno portato alla sua attenzione – si davano consigli su come gestire i rapporti sessuali tra due maschi o tra due femmine, con istruzioni su “come aumentare l’eccitazione della partner” o come usare il “dental dum” cioè un velo di plastica da mettere sulle parti intime del partner prima di avvicinarle alla propria bocca...

In un altro opuscoletto messo a disposizione degli studenti minorenni si faceva pubblicità al locale notturno “be queer” di proprietà di Arcigay, dove si tengono spettacoli omosex e trans il cui contenuto ciascuno può agevolmente rinvenire su internet con dovizia di fotografie e filmati, e nello stesso opuscolo si offriva il servizio di “Welcome group” cioè di gruppo di benvenuto per coloro che volessero avvicinarsi all’associazione e riceverne assistenza.

Tutto questo è stato considerato diffamatorio da parte dei responsabili dell’associazione che oggi si sono costituiti parte civile sia in proprio sia come legali rappresentanti dell’associazione stessa, chiedendo complessivamente l’astronomica somma di 400.000,00 Euro di risarcimento all’avv. Pillon.

Il Tribunale di Perugia ha rinviato l’udienza al prossimo 1 febbraio 2018 ore 9.30 per sentire i testimoni del Pubblico Ministero.

L’avv. Pillon è sereno, e convinto di aver fatto quello che andava fatto, annunciando la verità. Non nutre nessun rancore verso i suoi accusatori e spera che il processo porti anche loro a comprendere la gravità di quanto hanno fatto e a porre attenzione ai diritti delle famiglie e dei minorenni nel delicato compito educativo.

È comunque sconfortante rendersi conto che la libertà di parola sia tanto sotto attacco e che chiunque alzi la voce contro il pensiero unico dell’ideologia gender sia messo a tacere con l’impiego dello strumento giudiziario.

Non si può non vedere in questo un piano preordinato e costruito nei dettagli per stroncare ogni focolaio di resistenza al pensiero unico femminista, relativista e genderista che si vuole imporre anche nel nostro Paese.

Quando non si hanno più argomenti credibili, allora non resta che impiegare lo strumento giudiziario.

Invitiamo tutti alla preghiera, sia per Simone che per tutti gli altri professionisti che affrontano in prima persona questa battaglia di civiltà. Invitiamo anche alla solidarietà e al sostegno pubblico e privato della libertà di parola e di pensiero di questi nostri amici e di chiunque voglia far sentire la sua voce nel dibattito civile.

Redazione


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