07/07/2015

Gender a scuola, e matrimonio gay in sacrestia?

Oggi (7 luglio) la Camera riprende in esame il ddl sulla “Buona Scuola” approvato, completo di riferimento all’ideologia gender, con la fiducia al Senato dieci giorni fa.

Riccardo Cascioli, direttore della Nuova Bussola Quotidiana, ci informa che ci arriva con una novità, ma ci mette in guardia da ciò che sta accadendo, frattanto, sul fronte del ddl Cirinnà.

In proposito si veda anche il comunicato stampa congiunto di ProVita e della Manif Pour Tous

Ieri finalmente il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha diramato la circolare promessa ai senatori di Area popolare lo scorso 25 giugno in cambio del voto di fiducia alla “Buona Scuola”. Partendo dal presupposto che il testo di legge non si può più toccare per evitare che ritorni tutto in discussione, la circolare spiega ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado essenzialmente due cose: che tutte le attività curricolari devono essere chiaramente spiegate nel Piano di Offerta Formativo (POF) e ci si deve assicurare che tutti i genitori ne siano informati; e che per le attività extracurricolari (attualmente è questo lo strumento principale con cui si introduce l’ideologia del gender a scuola) ci sia un esplicito consenso informato dei genitori.

A questo punto ci si può aspettare che i deputati di Area Popolare (NCD+UDC) non contrastino la legge, anche se un gruppo di associazioni legate alla manifestazione del 20 giugno ha rilanciato un appello ai parlamentari perché non votino a favore della “Buona Scuola” se non verrà tolto dall’articolo 16 del maxiemendamento il riferimento al DL 93/2013 e alla legge 119/2013?.

ProVita è tra queste associazioni, come ben sapete. E sapete perché il riferimento alle norme suddette è estremamente pericoloso.

Cascioli, però, ci mette all’erta di un rischio: le polemiche sull’articolo 16 ci potrebbero distrarre da un pericolo molto più grave: ovvero un diabolico compromesso sul Ddl Cirinnà per la legalizzazione delle unioni civili (omosessuali), cioè del matrimonio gay.

Al Senato, infatti si sta “ripulendo” il ddl Cirinnà dai riferimenti al codice civile e al matrimonio: diventerebbero così “unioni civili” tout court...

Prosegue  Cascioli: “La cosa che potrebbe sembrare curiosa è che la volontà di trattativa non viene dai senatori di Area Popolare, in nome della stabilità di governo. Anzi, Area Popolare sta facendo ostruzionismo in Commissione Giustizia (a loro si devono gran parte dei 4mila emendamenti depositati). Protagonisti “politici” della mediazione sono invece i cattolici del Partito Democratico e quelli di Democrazia Solidale. (...)Bludental

In realtà però, il vero protagonista della trattativa è nientepopodimenoché il segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino, che non per niente si era opposto con tutte le forze alla manifestazione del 20 giugno; e che una volta convocata aveva cercato di dirottarla contro una generica ideologia gender, dimenticando il Ddl Cirinnà.

... Il segretario della CEI è così coinvolto nelle trattative che si vocifera anche di una cena riservata che avrebbe avuto con la parlamentare Monica Cirinnà e di cui lo stesso Galantino avrebbe riferito ai suoi più stretti collaboratori l’esito positivo. Ma non basta: siccome è ipotizzabile che la discussione parlamentare sulla Cirinnà non riesca a concludersi prima di settembre-ottobre, Galantino ha immediatamente e discretamente diffidato il “Comitato Difendiamo i nostri figli” dal convocare un secondo “Family Day” prima del 3 ottobre, giorno della veglia di preghiera per il Sinodo sulla Famiglia per la quale il segretario della CEI ha convocato tutti i movimenti e le associazioni ecclesiali“.

Conclude Cascioli che si prospetta all’orizzonte una replica di quanto accadde all’epoca dell’approvazione della 194 nel ’78: una legge di compromesso, intitolata alla “Difesa della maternità”, approvata e sottoscritta da parlamentari sedicenti cattolici, che in pratica consente di fatto l’aborto a richiesta, anche alle minorenni e ben oltre i 90 giorni e che ha causato finora almeno 6 milioni di morti innocenti e indifesi.

Redazione

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