22/01/2016

Gender a scuola – Il NO della Regione Abruzzo

Niente teoria gender nelle scuole.

Lo chiede una risoluzione approvata ieri dal Consiglio regionale dell’Abruzzo.

Il documento, con primo firmatario Paolo Gatti (Forza Italia), ha avuto un vasto consenso, con l’unico voto contrario del Movimento 5 stelle.

La risoluzione impegna il Presidente della Giunta a stipulare un accordo con l’Ufficio scolastico regionale, teso ad escludere la divulgazione nelle scuole delle teorie gender. Queste, infatti, non rappresentano un bisogno educativo.

«Nessun intento discriminatorio nei confronto degli omosessuali – tiene a precisare Gatti – quello che si sottolinea è che tale teoria non ha senso farla diventare materia di studio a scuola».

L’approvazione a larghissima maggioranza ha soddisfatto il consigliere, perché significa che in molti ritengono prioritario il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità.

Le varie teorie gender, inoltre, «potrebbero, oggettivamente, confondere e ferire la crescita dei bambini in quanto lontane dalla realtà largamente percepita. Non sarebbe esercizio di libertà educativa ma l’imposizione di un modello irrispettoso della libertà dei bambini e delle famiglie», ha aggiunto Gatti.

Nella premessa, la risoluzione si richiama alla famiglia naturale, quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna (l’unica famiglia esistente, checché ne dicano i gruppi Lgbt), e mette in guardia dalle “fiabe gender” già adottate in diverse scuole italiane, come “Perché hai due papà?”, o altre che promuovono apertamente il transgenderismo, tipo “Nei panni di Zaff”. Tali racconti, indirettamente, invitano i bambini e gli studenti a “scegliere il proprio genere”, ignorando le origini biologiche.

Il consigliere del M5S, Gianluca Ranieri, ha votato contro, pur ritenendo inopportuno che certi contenuti vengano insegnati a scuola. «È un argomento delicato – spiega – e come Movimento 5 Stelle stiamo presentando un disegno di legge al Parlamento che va in questa direzione, ma in un contesto più generale, dunque nella sostanza possiamo essere anche d’accordo con questa risoluzione, crediamo però che la sede per normare cose del genere non è la Regione, ma il governo nazionale“.

Se si lascia da parte l’ideologia, alla fine il buon senso e la ragione prevalgono.

L’importante decisione approvata dal Consiglio regionale abruzzese è un incoraggiamento ad andare avanti nella battaglia a difesa dei nostri figli. E uno stimolo a partecipare numerosi al Family day. Perché se passano le unioni gay, verrà imposta necessariamente anche la teoria gender.

Redazione

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