10/12/2015

Gender a scuola – O ti adegui, o niente scuola

E’ davvero triste e preoccupante il pezzo de La Nuova Bussola Quotidiana in cui Stefano Fontana spiega cosa accade a dei genitori che non vogliono che il figlio sia coinvolto in progetti diseducativi improntati all’ideologia gender.

Il signor Rossetti, a Trieste, lo scorso anno aveva saputo per caso del “Gioco del Rispetto” e del fatto che, nel realizzare le schede informative del progetto, i bambini (di scuola materna) potessero essere coinvolti in attività discutibili.

Ne avevamo parlato anche noi, ma non solo noi: la questione era giunta fino a Montecitorio dove la Giannini ha tentato di negare l’evidenza.

Il “Gioco del rispetto” comporta anche attività interessanti, divertenti e condivisibili. Ma presenta grossi problemi di ambiguità, come giochi di travestitismo non del tutto condivisibili. Tra l’altro, c’è scritto, nero su bianco, che dopo l’attività fisica la maestra dovrà far notare ai bambini le sensazioni e le percezioni provate. «Per rinforzare questa sensazione i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro». «Ovviamente – si legge ancora – i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale».

Ancora nessuno, di tutti quelli che continuano a difendere il progetto, ci ha spiegato come possono bambini d’asilo scoprire differenze nell’area genitale se “si auscultano il cuore e basta” e se non vanno a vedere cosa c’è sotto i vestiti.

Quest’anno Rossetti, prima di mandare il figlio a scuola, aspettava di vedere il POF: le autorità scolastiche comunali, infatti avevano pubblicamente ribadito che il Gioco del rispetto ha un’ottima valenza educativa e sarebbe stato introdotto in tutte le scuole del Comune di Trieste.

gioco-del-rispetto-gender-copertinaIl bambino figurava iscritto, ma assente. La scuola avverte che se il bambino non frequenta la scuola deve essere tolto d’ufficio per lasciare posto ad un altro in graduatoria. Giusto. Le scuole, però, iniziano in settembre e il POF viene approvato solo il 29 ottobre.

I coniugi Rossetti lo leggono e non si parla di Gioco del rispetto, ma notano diversi punti poco chiari, soprattutto dove si parla di “progetti” contro “pregiudizi e stereotipi”, di “pluralità delle culture familiari”, di educazione alle “diversità” e così via. I genitori chiedono spiegazioni, le autorità spiegano poco o niente e alla fine, il 27 novembre il bambino è stato cancellato d’ufficio dalla scuola. Per leggere i dettagli della questione, andate sul sito della Bussola.

La morale della storia è che alla faccia della libertà, della democrazia, del rispetto e della “inclusività”, e soprattutto alla faccia della trasparenza decantata dalla Giannini in persona in apposita circolare, chi vuole sapere cosa si insegna al proprio figlio all’asilo ha due possibilità: accettare qualsiasi cosa venga proposta (in modo vago) dall’alto, o rinunciare a mandare il bambino alla scuola comunale.

Redazione 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.