I poteri forti continuano incessantemente la propaganda all’ideologia gender che sottende all’omosessualismo e alla sessualizzazione precoce dei bambini (“sex by eight or is too late”: “sesso entro gli otto anni o è troppo tardi” dicevano alla René Guyon Society )
E sappiamo bene che ciò comporta non solo il martellamento ideologico attraverso la TV, il cinema e i media, ma comporta anche e soprattutto la propaganda nelle scuole, fin dalle materne e dagli asili nido.
I nostri Lettori conoscono bene il dossier sui progetti veicolanti l’ideologia gender che ProVita ha stilato e che periodicamente viene aggiornato: perché purtroppo, nonostante le vibrate proteste delle famiglie di cui ci siamo fatti portavoce da sempre, il lavorio degli ideologi del gender continua incessante. Da ultimo le proteste e il flop registrato in molti teatri dove le scuole elementari sono state invitate a vedere Fa’Afafine, ci conferma che la gente è sana di mente e che l’ideologia non attecchisce.
Comunque è sempre importante tenere desta l’attenzione a quello che circola nelle scuole, anche perché in attuazione della famigerata legge 107 (la “buona” scuola) hanno già presentato proposte di legge ideologiche e liberticide che aprono la porta delle scuole all’ideologia gender e tentano di costringere gli insegnanti a subirle.
In questo contesto ProVita, col Comitato Difendiamo i Nostri Figli, appoggia l’iniziativa dell’Associazione Non si Tocca la Famiglia per sostenere e affermare la “libertà educativa dei docenti” rispettando il prioritario diritto della “libertà educativa della famiglia”.
Si può aderire alla campagna “Adotta un docente” coinvolgendo gli insegnanti dei propri figli, dei propri nipoti, degli amici CLICCANDO QUI.
I docenti delle scuole di ogni ordine e grado, poi, possono sottoscrivere il “Manifesto degli insegnanti” che potete leggere CLICCANDO QUA.
Tutte le associazioni, gli enti educativi, i comitati che vorranno sostenere il “Manifesto degli Insegnanti” potranno aderire alla campagna “Adotta un Docente” anche inviando una mail all’associazione Non Si Tocca la Famiglia: [email protected]
Redazione
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