03/04/2017

Gender non solo a scuola, anche per gli impiegati comunali

Anche noi, in Italia, dobbiamo stare al passo con i tempi e – soprattutto – col gender diktat. Ma che c’entrano i Cinesi nella foto? Se arrivate in fondo all’articolo lo capirete.

Come il Canada ha organizzato corsi di indottrinamento per pubblici impiegati (che potrebbero servire alla selezione del personale che non si adegua al gender diktat), così il Comune di Bari ora  ha organizzato 4 giornate “formative” da 6 ore ciascuna per gli impiegati a contatto con il pubblico.

Come si legge sull’edizione locale de “La Repubblica” infatti: «La formazione riguarderà tutto il personale di front office del Comune di Bari: insegnanti di asili nido e scuole dell’infanzia, addetti dell’Ufficio pubbliche relazioni, assistenti sociali. Le lezioni saranno organizzate in mini classi da 25 persone».

Rodolfo De Mattei ci informa sui costi della propaganda gender: «Il progetto, promosso dal Comune con un lauto finanziamento di ben 80.000 euro, è stato ideato in collaborazione con un apposito tavolo LGBTQI per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali, istituito a Palazzo di Città e con il dipartimento di Formazione dell’Università di Bari».

I primi a seguire le “sessioni di studio” gender saranno  gli agenti della polizia municipale, i quali impareranno la “normalità” dell’omosessualità e di ogni tendenza sessuale:«Cominciare i corsi dalle forze di polizia, considerati spesso ambienti più chiusi, è un gran punto di partenza. Costruire una città gay e trans friendly è un percorso».

Spiegano che “le questioni legate al genere” (ma l’ideologia gender esiste o no?) saranno studiate in diversi moduli: bisogna procedere alla “decostruzione dei pregiudizi“, conoscere le “novità legislative legate alla legge Cirinnà” e poi bisogna rivedere il linguaggio, «che ha un ruolo importante nei processi di costruzione della realtà e che deve essere inclusivo e pluralista». Certo che è importante il linguaggio: chiedete a George Orwell...

Ci saranno esperti di diritto per la parte giuridica ed esperti di educazione alle differenze con il coinvolgimento di associazioni».

Gli “esperti” anti omofobia provengono dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), e da Polis aperta, l’associazione di gay, lesbiche, transessuali e bisessuali in uniforme.

I Lettori vogliono sapere perché abbiamo messo la foto dei Cinesi e abbiamo evidenziato l’espressione Sessioni di studio”?

Le “sessioni di studio” sono l’attività serale che si svolge tutti i giorni, dopo 14 – 16 ore di lavoro forzato, nei campi di concentramento cinesi, il laogai. Infatti una caratteristica propria dei lager comunisti, che li differenzia da quelli nazisti, è che i laogai di oggi (come i gulag di ieri) sono ideati non solo per punire i dissidenti, non solo per produrre di tutto e di più abbattendo il costo del lavoro a zero, ma anche per “rieducare”, per fare il lavaggio del cervello. Perciò quelle  che i Cinesi chiamano “sessioni di studio”, sono le lunghe sedute in cui i condannati devono ripetere  a memoria e all’infinito le regole di pensiero imposte dal Partito Comunista, devono denunciare i loro crimini (spesso inesistenti), e devono convincere i carcerieri (pena la tortura) di essersi adeguatamente pentiti e di essere devoti  al PCC e all’ideologia che esso incarna.

Ecco: la rieducazione all’ideologia gender da noi avviene in modo meno cruento, ma egualmente efficace. Le sessioni di studio servono allo stesso scopo.

Francesca Romana Poleggi

PS: La foto è una di quelle scattate di nascosto e a rischio della vita dal compianto Harry Wu, il dissidente che ha fatto conoscere al mondo l’orrore dei laogai, negli anni ’90.


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