12/07/2016

Gender non solo a scuola: è una (costosa) Strategia Nazionale

La diffusione dell’ideologia gender e dell’omosessualismo, l’asservimento totale all’agenda delle lobby LGBTQIA(...), sono certamente una delle priorità di Renzi e del suo Governo.

Il  “Portale Nazionale LGBT”, frutto della “Strategia Nazionale LGBT”, di cui abbiamo dato notizia qui  che  servirà a “promuovere una maggiore conoscenza della dimensione LGBT per contrastare ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”, è “finalmente” on line, dall’8 luglio scorso.

Ce ne dà notizia l’Osservatorio Gender, su cui Rodolfo De Mattei ci ricorda, tra le altre cose: «Il nuovo sito, messo online l’8 luglio 2016, è un’iniziativa capitanata dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e con l’Amministrazione Comunale della città di Torino, in qualità di Segreteria Nazionale della Rete RE.A.DY (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere).

Alle attività ha preso parte anche il Gruppo Nazionale di Lavoro, previsto dalla “Strategia Nazionale LGBT”, composto da esponenti di 29 Associazioni omosessualiste, come stabilito dal decreto direttoriale n. 250 del 20 novembre 2012. Tra queste, tutte le principali organizzazioni in prima linea per i “diritti” gay, compreso il tristemente notoCircolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli”.

Nelle intenzioni dei promotori, il portale vuole essere una piattaforma web informativa che “educhi” i cittadini italiani all’attuale, sempre più “doveroso”, processo di “normalizzazione” dell’omosessualità e di ogni tendenza sessuale.

I promotori scrivono che il Portale non si fa portavoce di un orientamento culturale di settore né di una scelta politica o istituzionale predeterminata. (!!!) Vuole invece essere e rimanere uno strumento plurale e pluralistico, nella convinzione che il contributo ed il confronto delle idee di tutti, rappresenti il migliore strumento per far maturare consapevolezza e contrastare ogni forma di odiosa discriminazione”.

Per dare una veste di autorevolezza e serietà all’iniziativa, il progetto ha previsto anche l’istituzione di un apposito “Comitato Scientifico”, presieduto da Claudio De Vincenti, Sottosegretario di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri e composto dalle solite personalità, note e e meno note, provenienti da diversi ambiti professionali ma tutte accomunate dalla identica visione ideologica. Tra questi: Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, il prof. Vittorio Lingiardi, la filosofa Maria Michela Marzano, il prof. Vito Mancuso, il prof. Stefano Rodotà, la prof. Chiara Saraceno, Vincenzo Spadafora, Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’oncologo Umberto Veronesi.»

Non sorprende, allora, che il MIUR stia approntando linee guida dirette a consentire la propaganda  dell’ideologia gender nelle scuole.

Né ci stupisce che alla Camera stiano discutendo progetti di legge che renderanno queste lezioni obbligatorie per tutti.

Una curiosità, invece, sorge spontanea: ma quanto ci costa tutto questo bell’ambaradan? Avevamo visto che nel mezzo milione di euro stanziati in 24 mesi per la strategia complessiva messa in atto a livello nazionale, il costo per la realizzazione del portale web era previsto di 30 mila euro... Avranno assunto come impiegato Bill Gates in persona?...

Redazione

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