02/02/2015

Giornata per la Vita: la Comunità Papa Giovannni XIII contro l’aborto

Pubblichiamo per intero il comunicato dell’associazione “Comunità Papa Giovannni XIII” in occasione della trentasettesima Giornata per la vita.

La “Comunità Papa Giovanni XXIII“, fondata da don Oreste Benzi nel 1968, opera nel mondo dell’emarginazione e della povertà. Da sempre si batte contro l’aborto, per il diritto alla vita.

«Se vedeste un bambino mentre viene pestato a sangue senza poter intervenire, cosa fareste?», queste sono le parole con cui don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, inaugurava a Rimini 16 anni fa un momento di preghiera pubblica di fronte agli ospedali. L’esperienza continua ininterrottamente ogni martedì, nel giorno in cui si praticano gli aborti, e da allora si è diffusa in diverse città in tutta Italia.

Il momento di preghiera è una richiesta di perdono a Dio per il delitto dell’aborto; vuole risvegliare la società di fronte ad un’ingiustizia nella quale sono due le vittime: il bimbo che muore; la madre ferita per sempre.

Nel 2013 In Italia sono stati uccisi con l’aborto oltre 100 mila bimbi; 667 negli ospedali di Rimini e Cattolica. Quando le donne o le coppie si ritrovano ad affrontare con difficoltà una gravidanza, spesso vengono lasciate sole; le politiche familiari risultano insufficienti. La società propone loro una soluzione semplice: l’eliminazione del bambino. La Comunità Papa Giovanni XXIII interviene allora incontrando le gestanti in difficoltà e fornendo vicinanza ed aiuto.

Lo spiega Giovanni Ramonda, Responsabile Generale: «Come Comunità Papa Giovanni XXIII promuoviamo e sosteniamo l’affidamento familiare: è una scelta d’amore gratuito ed un’azione concreta di vicinanza alle mamme e alle famiglie in difficoltà».

Enrico Masini è animatore generale del servizio di aiuto alla maternità difficile della Comunità Papa Giovanni XXIII: «Molto spesso nelle donne che incontriamo – ha dichiarato – la scelta di abortire non è libera, ma è indotta dalle circostanze: dalla solitudine o dalle pressioni psicologiche che ricevono ad esempio da parte dei partner. Nel caso di gestanti minorenni spesso sono i genitori ad istigare all’aborto o a deciderlo; c’è un intero tessuto sociale che giudica incosciente far nascere un bambino in condizioni di difficoltà o con rischi di malattie, anche lievi. Nella nostra esperienza però, quando le donne trovano ascolto e aiuto, vince la vita».

La Comunità propone soluzioni alternative all’aborto attraverso una rete di solidarietà, che a Rimini è costituita insieme con Ausl, Associazioni pro-life ed enti locali; propone di rivedere l’attuale sistema di sostegno alle famiglie: una petizione online chiede al governo uno stipendio per le mamme con reddito basso: http://www.citizengo.org/it/14564-senza-figli-non-ce-crescita-diamo-uno-stipendio-alle-mamme

Le preghiere per la vita nascente si terranno durante tutto il mese di febbraio su diversi marciapiedi d’Italia; a Rimini l’appuntamento è di fronte all’Ospedale Infermi, martedì 3 febbraio alle ore 7.15.

Redazione

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