28/02/2015

Homeschooling, educazione parentale: perché?

Giuseppe Brienza, sulla Nuova Bussola Quotidiana ci informa che anche in Italia la pratica dell’ “home-schooling” o “educazione parentale” si va diffondendo.

Sono infatti molti i genitori completamente insoddisfatti della cultura frammentaria, di parte  – se non distorta da ideologie e disvalori, come nel caso del gender – che la scuola italiana porge alle nuove generazioni.

Sempre sulla Nuova Bussola Quotidiana, tempo fa  un’intervista a Matthew Allen aveva affrontato e spiegato l’argomento. I genitori, spesso organizzati in gruppi e assistiti da qualche tutor organizzano corsi di istruzione ed educazione personalizzata, domestica e comunitaria. Il diritto all’homeschooling, oltre che dagli articoli 14 e 33 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo,  è previsto dal decreto legislativo n. 76, approvato il 15 aprile 2005 dal secondo Governo Berlusconi (Ministro dell’istruzione era Letizia Moratti), che ha sancito definitivamente l’ingresso dell’homeschooling nel sistema scolastico italiano stabilendo, all’articolo 1, comma 4, che «I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dei propri figli, ai fini dell’esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli».

Spiega Brienza: ” Tramite la scuola familiare, quindi, i genitori devono:

— attestare di possedere i mezzi e le competenze necessarie allo svolgimento “in proprio” dell’istruzione obbligatoria;
— comunicare per iscritto alla Direzione didattica di appartenenza la loro decisione di ricorrere all’homeschooling;
— presentare il proprio figlio agli esami di Stato, previa formale domanda di ammissione agli stessi corredata del programma svolto, se vogliono iscrivere il figlio alla scuola pubblica l’anno successivo.

Per orientare e supportare le famiglie che scelgono l’homeschooling, esistono oggi in Italia diverse iniziative. Opera già dal 2002 una “Rete Italiana Scuola Familiare”, alla quale si è successivamente affiancata l’attività del portale “Informagiovani”, gestito da centri comunali e provinciali presenti in quasi tutte le città d’Italia, che dedicano una sezione di attività e documentazione espressamente all’educazione parentale”.

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Recentemente, ci informa Brienza, è stato pubblicato il primo “manuale” dell’educazione parentale: Homeschooling. L’educazione parentale in Italia (s.i.p., Pavia 2014, pp. 160, €18.00), scritto da un’ex insegnante, Erika Di Martino, madre di quattro figli che non ha mai mandato a scuola fuori di casa. Da oltre dieci anni si occupa di educazione e homeschooling, avendo fondato il network www.educazioneparentale.org. Laureata in lingue, oltre che personalmente homeschooler, a trent’anni ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi alla diffusione dello stile di genitorialità ad alto contatto tramite il suo lavoro di consulente personale e organizzatrice di convegni. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive ed eventi, spiegando a milioni di persone come si possa istruire i propri figli al di fuori del sistema scolastico tradizionale. 

Secondo quanto riportato dal portale “Controscuola.it”, che è un’altra iniziativa intrapresa dalla Di Martino ed altri homeschooler, i ragazzi educati “in casa” negli Stati Uniti sarebbero oggi all’incirca 2 milioni, 70 mila in Inghilterra, 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna. Per quanto riguarda l’Italia non si hanno statistiche ufficiali o definitive ma, stando alle stime, le famiglie che scelgono di fare homeschooling e rifiutano la scuola istituzionalizzata sono all’incirca un migliaio. 

Redazione

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