Ignazio Marino deve incassare un altro secco no in merito alla trascrizione delle nozze gay celebrate all’estero: quello del TAR che ha fatto seguito all’altolà ricevuto dal Prefetto di Roma.
Facciamo un passo indietro.
Dopo la giornata di sabato 18 ottobre, data in cui il Sindaco della Capitale ha iniziato a trascrivere i matrimoni gay -cosa che gli è valsa anche una denuncia presentata da ProVita e dai Giuristi per la Vita-, il Prefetto di Roma ha dato seguito alla circolare del Ministro Alfano procedendo con l’annullamento degli atti, iniziativa contro la quale Marino ieri ha depositato un ricorso definendo l’annullamento un “atto palesemente nullo, illegittimo ed errato”.
Queste le motivazioni argomentate a supporto della sua tesi:
“Non ha celebrato l’unione, non ha attribuito diritti né imposto doveri agli interessati, ma si è limitato a conferire pubblicità-notizia ad un evento, giuridicamente rilevante, verificatosi prima (rispetto al 18 ottobre) ed altrove (in altri Stati) nel rispetto dello Statuto di Roma Capitale, che impone il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, degli ordinamenti dei Paesi in cui il matrimonio è stato contratto, nonché dalle Carte sovranazionali recepite dal nostro ordinamento.”
Ignazio Marino però non era a conoscenza che nello stessa giornata di ieri il TAR una decisione in merito l’aveva già presa in risposta ad un ricorso presentato da due coppie gay, confermando la presa di posizione del Prefetto.
Seguiremo passo passo l’evolversi della situazione e ne daremo notizia.
Siamo certi di non essere da soli a trovare il comportamento del Sindaco Ignazio Marino non confacente alla sua posizione: una prova su tutte, i sondaggi che gli attribuiscono solamente la fiducia di un timido 16% dei cittadini di Roma...
Redazione
