16/03/2015

Il Comune “offre” educazione gender ai bambini (con i soldi dei Torinesi)

A Torino, il Comune dal 2001 si è impegnato nella diffusione dell’ideologia gender e ad offrire servizi LGBT ai suoi cittadini.

Abbiamo visitato il sito istituzionale, che contiene documenti interessanti e pagine ricche di informazioni a proposito, che riassumiamo qui di seguito.

“Il Comune ha istituito un Gruppo di Pilotaggio, composto da rappresentanti dei vari Settori dell’Amministrazione comunale, per armonizzare i diversi ambiti di intervento cittadino promuovendo la trasversalità delle azioni; e un  Coordinamento Torino Pride, a cui aderiscono diverse realtà associazionistiche e con il quale si svolgono incontri periodici per la programmazione delle iniziative.

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Inoltre, il Servizio per promuovere le iniziative sul territorio cittadino, ed estenderle sul territorio provinciale e regionale ha sviluppato un lavoro di rete con:

Nel 2006 il Servizio ha promosso, insieme al Comune di Roma, la nascita di RE.A.DY Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, link per la diffusione di buone prassi sul territorio nazionale”.

Su obietterà: benvengano le politiche inclusive, antidiscriminazione, antiomofobiche.

Certo, benvengano. La propaganda LGBT non è esattamente la stessa cosa, ma per ora lasciamo perdere. Ci chiediamo piuttosto:

Cosa c’entrano i bambini?

Le biblioteche torinesi, come quelle di tanti altri Comuni, sono ricche di progetti e materiale sulle “politiche di genere” dedicate ai più piccoli.

Dai documenti pubblicati sul sito istituzionale:

La collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi è iniziata nel 2002 con la pubblicazione di una bibliografia sulla saggistica omosessuale e transessuale, in occasione del Convegno “Omosessuali e transessuali a Torino” che presentava la ricerca condotta nella nostra città dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino. In seguito sono state redatte altre bibliografie sia a carattere generale, come quelle dedicate alla narrativa, sia riferite a specifiche iniziative culturali (Guerriere ermafrodite e cortigiane, Esistenza lesbica tra società, immaginario e letteratura, Matrimonio e genitorialità omosessuale).

Si segnala, in particolare, che le bibliografie dedicate alla saggistica e ai testi di narrativa per l’infanzia e l’adolescenza vengono aggiornate annualmente: questo nella consapevolezza dell’utilità di un’ampia informazione sulle risorse documentarie disponibili sull’omosessualità e la transessualità, per il superamento dei pregiudizi che sovente condizionano il dibattito culturale e i comportamenti sociali...” 

La diffusione di ideologie contro natura è comunque deprecabile. Ma che questa propaganda sia indirizzata ai bambini è assolutamente inaccettabile.

Che poi tutto questo avvenga a spese dei contribuenti è anche antidemocratico.

Redazione

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