18/07/2015

Il gender divide gli psicologi nelle Marche

Qualche tempo fa davamo notizia della presa di posizione dell’Ordine degli Psicologi delle Marche sulla questione gender .

Il presidente dell’Ordine, il dott. Luca Pierucci, assumeva la tipica posizione negazionista del gender: sarebbe una teoria “fasulla” e la manifestazione del 20 giugno avrebbe rappresentato “la punta dell’iceberg di un’azione nazionale disinformativa sulle questioni di genere”.

L’Ordine delle Marche però (e per fortuna), non era così compatto come poteva sembrare.

L’altro ieri, Cronache Maceratesi informava del dissenso di 18 professionisti che sul gender non hanno proprio la stessa opinione del presidente Pierucci. Il gruppo di psicologi “dissidenti” prende le distanze dal comunicato dell’Ordine che dava l’impressione che la posizione espressa fosse condivisa dall’intera comunità degli psicologi marchigiani.

Invece i 18 fanno sapere che non è così e criticano duramente il comportamento del presidente: “Con il suo comunicato Pierucci ha abdicato alla sua posizione di neutralità e si è apertamente schierato con alcuni a scapito di altri. Pertanto gli chiediamo di correggere le sue dichiarazioni, precisando che si tratta di sue opinioni personali e non del parere dell’intera comunità degli psicologi marchigiani”.

Nella comunicazione danno poi una definizione precisa della teoria di cui Pierucci negherebbe l’esistenza: “Gli ‘studi di genere’, maturati entro una prospettiva costruzionista e culturalista, sono soltanto una delle interpretazioni della complessa questione dell’identità sessuale umana. (...) la teoria che deriva da tali studi sostiene che l’identità di genere sia un effetto della cultura e che il substrato biologico, cioè l’essere maschio o femmina, non abbia alcun peso“. Il gruppo di psicologi individua una contraddizione implicita nel comunicato del presidente dell’Ordine delle Marche: “Pierucci invece afferma che l’identità di genere è “anche” socialmente costruita, ammettendo quindi che esiste un ruolo della natura, il che sconfesserebbe la teoria del genere sin dal suo fondamento”.

BludentalNon sono infine infondate le preoccupazioni di molti cittadini rispetto alla diffusione di questa teoria nelle scuole, attraverso alcuni progetti “come i fascicoli redatti dall’Unar” e, in prospettiva, dal “ddl Fedeli”. Questo anche perché, riconoscono gli psicologi, la teoria del gender non ha fondamento scientifico: “Nella teoria denominata gender si pongono numerosi principi, alcuni dei quali sostenuti dalla tradizione psicologica, altri invece semplicemente affermati e fatti passare per verità dimostrate scientificamente, che invece contrastano non solo con il buon senso, ma con una letteratura psicologica di più di un secolo”.

Ringraziamo il gruppo di “dissidenti” che ha avuto il coraggio di mostrare che non tutta la “scienza” si piega al politicamente corretto. Criticando il loro presidente hanno mostrato vera fedeltà allo spirito del loro ordine: fedeltà al sapere psicologico scientificamente fondato.

Redazione

 

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