06/11/2013

“Di mamma ce n’è una sola”

Nella sala stampa di Montecitorio, il 5 novembre, è stato presentato il Comitato “Di mamma ce n’è una sola”, nato per la tutela della dignità delle donne e dei bambini e per contrastare l’aberrante pratica dell’utero in affitto.
Presidentessa del Comitato è l’On. Eugenia Roccella, che ne ha illustrato il Manifesto, e si è fatta promotrice della sottoscrizione dello stesso presso tutti i membri del Parlamento: la pratica dell’utero in affitto si sta diffondendo su vasta scala in tutto il mondo, a detrimento della dignità e della libertà delle donne più povere. In Italia ancora è vietata la compravendita di gameti e di embrioni, e quindi la gestazione a pagamento, per conto terzi, ma le norme sono facilmente aggirabili. Quindi bisogna agire a livello nazionale e internazionale allo scopo di stroncare l’aberrante pratica di mercificazione delle donne e dei bambini. Ogni schieramento, ideologia e religione aborrisce il mercato degli esseri umani –  delle donne e dei bambini in particolare, e quindi tutti sono invitati a sottoscrivere il manifesto.
La coordinatrice nazionale è l’On. Olimpia Tarzia, che ha spiegato come il Comitato sarà presente in tutto il territorio nazionale, attraverso associazioni e movimenti dislocati nelle diverse regioni, che hanno dato la loro adesione e con cui si organizzeranno eventi di vario genere per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. Ha ribadito, inoltre, che l’adesione al comitato è aperta a tutte le “femministe” che hanno a cuore la tutela dei diritti delle donne, e a tutti coloro che si oppongono allo sfruttamento del corpo della donna, considerata un mero contenitore di un figlio altrui, che subisce una violenza fisica e psicologica inimmaginabile.
La prof. Assuntina Morresi ha illustrato le normative vigenti nei diversi paesi dove è favorito lo sfruttamento psico – fisico delle donne più povere a vantaggio dei ricchi committenti, e dove cliniche e intermediari, spesso senza regole e senza scrupoli, traggono profitti da capogiro. Oltretutto il mercato degli uteri e dei bambini è tanto più prospero quanto più il livello medio di alfabetizzazione e di emancipazione delle donne è basso: è lì infatti che le malcapitate si impegnano in contratti capestro che neanche capiscono bene, a tutto vantaggio dei futuri “genitori” legali del bambino.
La rivista Notizie Pro Vita – ha detto il Direttore Editoriale Francesca Romana Poleggi – è impegnata in prima linea su questo fronte che è certamente politicamente scorretto, perché richiama il rispetto e la tutela di diritti che sono e restano “indisponibili”, anche se oggi si tende a mercificarli. E’ necessario il coinvolgimento di tutti coloro che amano e rispettano la Natura. Per il nostro futuro non solo è necessario proteggere l’ecosistema, animali, e piante, ma anche la natura umana. E non c’è niente di più innaturale che separare i genitori legali da quelli biologici e dalla gestante: una donna che partorisce un bambino che non potrà mai tenere fra le braccia.

Diverse testate giornalistiche hanno riportato la notizia:

Avvenire

Il Fatto Quotidiano

La nuova Bussola Quotidiana

ANSA

Agenzia Parlamentare

Zenit

Osservatorio Internazionale Cardinale Van Than

Redazione

Festini

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