10/02/2018

Il silenzio del padre, a 9 anni dalla morte di Eluana

Oggi per me è la giornata del silenzio. Non esiste niente che possa dire”: ha detto ieri all’ANSA,Beppino Englaro, padre di Eluana, nel triste anniversario della sua morte.

E visto che ieri è passato e oggi è anche la Gionata del Ricordo delle vittime delle foibe, sarà bene parlare e ricordare anche la morte di Eluana: una morte procurata che in italiano si chiama più propriamente omicidio o assassinio, contro la sua volontà. Né è stata “eutanasia”, cioè dire una “bella morte”. Affatto.

Non era “accanimento terapeutico”  quello che teneva in vita Eluana – come dicono quelli della Coscioni di contorno alle dichiarazioni del padre. Ma loro mentono sapendo di mentire – e lo sappiamo bene, siamo ormai abituati. Eluana era viva, gravemente handicappata a seguito di un grave incidente, ma viva e in qualche modo comunicava le sue gioie e i suoi dispiaceri con le suorine che l’assistevano amorevolmente e alle cure delle quali il padre l’ha fatta togliere.

Leggere il comunicato ANSA che hanno rilasciato ieri fa venire i brividi davvero: “possiamo finalmente celebrare la morte”, dicono, ché ormai c’è il biotestamento per tutti.

E in effetti questa povera Italia si è ben adeguata al trionfo della morte, tanto che al padre di Eluana i giudici hanno anche riconosciuto un risarcimento del danno  (perché Eluana poteva essere ammazzata pure prima...).

E siccome ieri è passato, e oggi, allora si può parlare della morte di Eluana,  ricordiamo al padre e ai nostri Lettori le parole di un medico, la dottoressa Vian, che ha assistito Eluana Englaro.

Avevamo scritto che tempo fa la dottoressa aveva mandato una lettera al Direttore del Messaggero Veneto e a noi, con preghiera di pubblicazione. In questa lettera la dottoressa scrive che a Eluana «è stata tolta la vita contro la sua volontà, avendo in più occasioni reagito quando capiva che volevano sopprimerla». La relazione del medico legale conferma le paole della dottoressa Vian: «La sua voce – è scritto – si è sentita sette volte» (ohibò: un vegetale con la voce!)

Zenit  spiegava: «I suoni si moltiplicano il 4, il 5 ed il 6 di febbraio. Una infermiera ha annotato ‘Sembrano sospiri’. L’8 di febbraio (il giorno prima di morire) il rapporto parla di “nessun suono”, ma ore e ore di “respiro affaticato e affannoso”. Nei palmi delle mani, strette, i segni delle sue stesse unghie».

Francesca Romana Poleggi

 


FIRMA ANCHE TU

Per la salute delle donne:

per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.