01/03/2017

La Buona Notizia #666 – Autistico, laureato e ora scrittore!

La Buona Notizia di oggi ci parla di Pier Carlo Morello, 35 enne di Volpago del Montello, in provincia di Treviso.

Pier Carlo è un “autistico severo”, ma è cosciente di esserlo: «Quando ero piccolo, credevo di non esistere, pensavo di essere la coda della mamma», afferma infatti. Poi la vita lo ha portato a laurearsi – il primo in Italia, nel 2014 – e ora a dare alle stampe il libro Macchia, autobiografia di un autistico (Salani Editore).

Con questa Buona Notizia non intendiamo approfondire l’argomento dell’autismo: c’è chi sostiene che sia genetico, chi che sia provocato dai vaccini, chi che sia una condizione irreversibile... la realtà è che di questa condizione sappiamo ancora troppo poco, se non che spesso si ha a che fare con persone intelligentissime in campi settoriali (es. la matematica) e con una memoria fuori dal comune. Spesso anche l’istituzione scolastica non sa come gestire i bambini autistici, talvolta apparentemente inavvicinabili e come chiusi “in un mondo tutto loro”.

La storia di Pier Carlo è tuttavia diversa. E lo è soprattutto grazie all’immenso amore di papà e mamma, che non hanno lasciato passare un giorno senza cercare di entrare in contatto con lui – perché è questa la difficoltà più grande, intersecare la vita della persona autistica con quella di altre – e di stimolarlo a vivere nella realtà.

Ed è così che Pier Carlo si è laureato e ora ha pubblicato un libro che parla dell’autismo “dall’interno”.

La sua storia non è stata facile. Leggiamo su In Terris: «Domare la paura di muoversi, di prendere in mano un giocattolo, delle cose che cambiano di posto, di esistere, era difficile. Ma si ritrova con due genitori tosti, che non mollano di fronte alle difficoltà. [...] A quattro anni, abbagliato da quella palla rotonda in cielo, dice: “Luna”, collegando per la prima volta una parola a una cosa. A cinque comunica con qualcuno grazie alla determinazione del papà che, racconta, “mi voleva aiutare parlandomi continuamente. Mi diceva: ‘A me gli occhi’ per farmi stare attento. Il gioco mi piaceva e riuscivo a capire le parole”. All’inizio non sa leggere un libro. Impara tutto a memoria, dalla copertina al prezzo, compreso il codice a barre. Ma sullo schermo scopre che riesce a leggere meglio che su carta: “Cervello autistico nativo digitale è”. E attraverso il digitale libera la sua comunicazione in un modo del tutto particolare, utilizzando la “comunicazione facilitata”. [...]  A questa grande scoperta che gli apre un mondo arriva a 14 anni, in terza media. Prima di allora l’inclusione a scuola è un viaggio in salita».

Da qui, le scuole superiori, la laurea all’Università di Padova e ora Macchia, autobiografia di un autistico. Dice Pier Carlo, presentando il suo libro: «Forzo il mio scrivere per sfasciare la sicurezza antica dell’autismo. Canto la difficoltà della persona autistica nel comunicare».

Da parte nostra facciamo i complimenti a Pier Carlo per la sua passione e la sua tenacia e non possiamo che augurargli un buon proseguimento d’avventura!

A domani, con un’altra Buona Notizia.

Redazione


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