24/11/2018

«L’aborto è come affittare un sicario». Memento...

Martedì 20 novembre con altri aderenti della mia Associazione ho testimoniato in difesa della vita di fronte all’ingresso della Clinica abortista Mangiagalli con un cartello recante questa citazione di Papa Francesco (nella foto in evidenza), a significare che l’aborto non è una pratica medica, ma è un atto criminale e che i medici non possono diventare “sicari” di creature innocenti, in nome di ideologie e interessi economici che violano la propria vocazione professionale.

Infatti il giuramento di Ippocrate vincola i medici non a uccidere, ma a curare i sofferenti; vi è chiaramente scritto «Non darò mai alcun medicinale letale a nessuno che lo chieda, nemmeno lo suggerirò. Allo stesso modo non darò mai alcun rimedio abortivo a una donna. Nella purezza e nella santità io custodirò la mia vita e la mia arte». La difesa del diritto alla vita, quindi, non è un obbligo obsoleto, ma è la sostanza stessa della professione medica.

Quanto alla responsabilità degli operatori sanitari, occorre ricordare le parole che Papa Giovanni Paolo II rivolse loro durante il viaggio apostolico in Polonia, il 9 giugno del 1997: «La vostra professione vi vuole custodi e servitori della vita umana. Nel contesto culturale e sociale odierno, nel quale la scienza e l’arte medica rischiano di smarrire la loro nativa dimensione etica, potete essere talvolta fortemente tentati di trasformarvi in artefici di manipolazione della vita o addirittura in operatori di morte. Di fronte a tale tentazione la vostra responsabilità è oggi enormemente accresciuta e trova la sua ispirazione più profonda e il suo sostegno più forte proprio nell’intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come già riconosceva l’antico e sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo il quale a ogni medico è chiesto di impegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e della sua sacralità».

Viene quindi spontaneo chiedersi come possano questi medici abortisti, quando rientrano a casa, guardare con serenità i propri figli piccoli o i nipotini, quando hanno appena ucciso altri bambini nel grembo delle loro madri.

Giorgio Celsi

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