05/07/2018

Lgbt: all’Università Bicocca issata la bandiera arcobaleno

Abbiamo ricevuto in Redazione una lettera inviata al rettorato dell’Università Bicocca di Milano in merito alla decisione dell’università milanese di piegarsi alle istanze Lgbt, issando la bandiera arcobaleno sui pennoni istituzionali. La publichiamo integralmente, senza modifiche. 

Lgbt: all’Università Bicocca issata la bandiera arcobaleno

Spett. rettorato Università Bicocca,

il sottoscritto Angelo Mandelli, nato a Milano il 9-9-1952 ed ex studente della Statale di Milano, laureato in filosofia teoretica, esprime la sua più totale contrarietà e disappunto per la decisione di codesto rettorato di issare (come risulta dal comunicato allegato, del rettorato) la cosiddetta “bandiera arcobaleno” sui pennoni istituzionali.

lgbt_rettorato_bandiera

Ciò costituisce un gravissimo abuso di potere e violenza, perché di fatto impone un obbligo per tutti a sottoscrivere un simbolo privato e una ideologia di parte.

La scusa addotta per effettuare un simile abuso, è  la solita di tutti i dittatori. Cioè definire un simbolo privato e ideologico come “super partes”,  “universale”, che deve andare bene per tutti. Così facevano il nazismo con la croce uncinata o il comunismo con la falce e martello. Nel primo caso ti dicevano che nessuno poteva essere contro l’affermazione del popolo e della razza. Nel secondo ti dicevano che nessuno poteva essere contro i diritti dei lavoratori e la giustizia sociale.

Nel caso specifico della bandiera arcobaleno, la cosa è ancora più delirante. Si è trovato un “diritto” talmente generico (il diritto alla “autodeterminazione”) per cui nessuno avrebbe “diritto” ad essere contrario.  A parte la palese contraddittorietà, faccio notare quanto segue.

Se ci si riferisce al “libero arbitrio”, tale “diritto” (ammesso che così lo si possa definire) non ha certo bisogno di essere affermato, in quanto è insito nella stessa natura umana. Gli uomini sono infatti definiti proprio come quegli esseri dotati di libero arbitrio.

Se ci riferisce alla possibilità per ciascuno di “realizzarsi” nel modo che preferisce, allora la cosa è palesemente assurda, in quanto implicherebbe che una persona che pensa di realizzarsi rubando, dovrebbe poter rubare, o una persona che vede la sua realizzazione nella violenza allora dovrebbe poter picchiare o ammazzare la gente, e così via.

Il comunicato del rettorato afferma che «una società veramente civile non deve impedire alle persone di realizzarsi pienamente in ogni aspetto della vita». Ma chi decide cosa sia “realizzarsi pienamente”? Visto che si parla di “autodeterminazione”, allora è chiaro che, secondo il rettorato, uno deve avere il diritto di fare tutto quello che vuole in nome della sua “autodeterminazione”. Quindi la bandiera arcobaleno rappresenterebbe il diritto al delirio di onnipotenza.

Se ci si riferisce, poi, alle tendenze erotiche,  è chiaro che ognuno ha diritto ad avere quelle che preferisce. Ma allora devono essere incluse tutte le tendenze, comprese quelle (onanismo, feticismo, coprofilia, sadomasochismo, ecc.) che non penso certo meritino di essere rappresentate mediante una bandiera su un pennone istituzionale.

Infine, se dobbiamo sbandierare il “diritto” di ciascuno ad avere i suoi gusti erotici, allora perché non mettere una bandiera per sancire anche tutti gli altri “diritti”, ad esempio quello a mangiare quello che si vuole, a vestirsi come ci pare, a tifare per la squadra di calcio che preferiamo, etc. Magari il prossimo anno si potrebbe mettere una bandiera a pallini, per esprimere queste cose.

Forse gli esimi soloni che gestiscono questa università dovrebbero schiarirsi un po’ le idee su cosa sia un “diritto” e cosa sia invece una semplice “possibilità” di fare quello che ci pare.

Distinti saluti,

dott. Angelo Mandelli

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