17/05/2015

Libri gender per bambini e Progetto “In Vitro”: attenzione!

I genitori e gli educatori che non vogliono confondere nei bambini la follia gender, facciano attenzione al Progetto InVitro.

Nei giorni scorsi ci è arrivata in redazione una mail, scritta in rappresentanza di un gruppo di genitori della provincia di Nuoro, che ce ne parlava con preoccupazione: ringraziamo la scrivente e rilanciamo.

Il progetto InVitro è un OTTIMO progetto sperimentale di promozione della lettura ideato e finanziato dal Centro per il libro e attuato insieme ad Enti Locali ed associazioni dei bibliotecari, degli editori e dei librai, con la collaborazione aperta ad esponenti del mondo della cultura, dell’informazione e dello spettacolo interessati a promuovere la lettura dei libri.

Il progetto si popone dunque di aumentare il numero di lettori presenti nel nostro paese cominciando fin dalla più tenera età, predisponendo anche libri per neonati assieme a materiale informativo e bibliografie mirate per i genitori. Le librerie, le biblioteche e le scuole riceveranno kit di materiale librario gratuitamente e si dovranno occupare di creare un ambiente favorevole alla lettura.

 E’ stato avviato nelle province di Biella, Ravenna, Nuoro, Lecce, Siracusa e nella Regione Umbria. In ogni territorio sono stati costituiti i Gruppi locali di progetto, deputati a seguire nel dettaglio e con continuità le attività. Ogni Gruppo è costituito da un coordinatore, da uno o più responsabili operativi e dai rappresentanti di tutti i soggetti attivamente coinvolti nel programma: rete Nati per Leggere, pediatri, bibliotecari, educatori, operatori dei servizi sociali, librai, editori e autori locali, imprenditori locali, club service, docenti universitari. Il Glp dovrà individuare gli interlocutori sul territorio per avviare immediatamente il programma di base che richiede il coinvolgimento dei pediatri, degli uffici vaccinali, delle scuole materne. Dovrà, inoltre, individuare le biblioteche del territorio per coinvolgerle attivamente in un’azione di supporto all’attività dei pediatri e degli educatori. Le biblioteche, infatti, insieme alle librerie, rappresenteranno i punti di snodo essenziali per la diffusione capillare del progetto. Per questo, entro il primo anno di vita, tramite i pediatri di famiglia, si distribuiranno dei kit di primi libri alle famiglie dei nuovi nati, raggiungendo così circa 25.000 neonati. I kit comprenderanno sia libri dedicati ai neonati sia materiale informativo e bibliografie mirate per i genitori.

Saranno organizzati corsi di sensibilizzazione e formazione a vari livelli per tutti gli operatori coinvolti (educatori, bibliotecari, genitori…). Inoltre, biblioteche, librerie e scuole riceveranno kit di materiali librari e informativi per arricchire gli stimoli alla lettura. Una fase avanzata del programma prevede poi la creazione di un ambiente favorevole alla lettura Destinatari di questa fase saranno gli allievi delle scuole primarie e secondarie – e la popolazione adulta nel suo insieme – coinvolti in un programma annuale che porti nei territori interessati le esperienze più efficaci.

Il progetto sembra una grande cosa, con degli scopi nobili. E’ senz’altro necessario recuperare la sana abitudine al libro, in questo mondo dove non legge più nessuno e soprattutto i giovani apprendono e si divertono solo con i “click”.

Però il progetto “In Vitro” ha lasciato alcune madri molto perplesse sui contenuti: nel kit di libri, tra gli altri, è contenuto “Il libro delle famiglie” di Todd Parr, dove sono illustrate “famiglie sporche, famiglie pulite…e famiglie con due mamme e due papà”, il solito “Piccolo uovo”... Documentandosi meglio si rilevano poi diversi libri a tema omosessuale, gender e horror.

Le scuole, che riceveranno gratuitamente questi kit di libri, i metteranno a disposizione dei bambini nelle proprie biblioteche dove sarà oggettivamente impossibile la vigilanza da parte dei genitori sulle letture dei figli.

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Insomma, è necessaria la solita attenzione, a ciò che finisce nelle mani dei nostri bambini. Anche un progetto  come InVitro, può essere un “cavallo di Troia” per veicolare l’ideologia gender all’interno delle scuole, facendo presa sulle fasce più indifese.

Invitiamo tutti, docenti, consigli d’istituto e genitori a vagliare attentamente i contenuti dei libri del  progetto InVitro.

L.T.

 

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