29/06/2019

L’intervento del ministro Bussetti a proposito dello spot blasfemo

«Ho appreso la notizia dalla stampa e non ho ancora tutti gli elementi. Devo approfondire la vicenda. Come detto in altre occasioni, ho piena fiducia e rispetto dell’autonomia scolastica: nei nostri istituti lavorano dirigenti e docenti che svolgono un ruolo educativo prezioso per gli studenti. Ritengo che la libertà di espressione dei nostri giovani non debba mai essere ostacolata o, peggio, censurata, ma al contrario vada favorita avendo però sempre ben chiari i concetti di buonsenso e di rispetto delle sensibilità e dei diritti altrui. Dobbiamo sempre tutti avere rispetto dei simboli religiosi e delle immagini sacre».

Con queste parole il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha commentato il caso dello spot blasfemo premiato addirittura dalla Società medica italiana per la contraccezione e ideato dagli studenti dell’Istituto Giorgi-Woolf di Roma, in cui l’arcangelo Gabriele porge una scatola di Ellaone, la pillola dei cinque giorni dopo, alla Vergine, esortandola a provarla con la frase: “;Usala, fa miracoli”.

«È giusto e importante manifestare il proprio pensiero, esercitarlo in modo critico, ma dobbiamo ricordare ai giovani che la nostra libertà si basa sul rispetto degli altri. Dobbiamo esprimerci senza ledere i diritti e le sensibilità altrui. La scuola deve educare al ragionamento critico e al rispetto, per crescere cittadini attivi e responsabili», ha chiosato Bussetti. Nel frattempo si attendono provvedimenti concreti che seguano alle chiare e incisive parole del Ministro. È inconcepibile, infatti, che in un ambito come quello scolastico, vengano promossi progetti che arrivano a irridere il senso del sacro sconfinando addirittura nella blasfemia e che, dunque, vanno ben oltre il bullismo che pure viene tanto contrastato con progetti educativi ad hoc che richiedono a volte anche degli investimenti in termini economici.

Nelle scuole si è visto di tutto ma all’esaltazione della blasfemia non si era ancora arrivati e speriamo che alla condanna a parole di questa gravissima vicenda, da parte del Ministro dell’Istruzione, seguano presto i fatti nei termini di un intervento prontissimo e incisivo perché un simile episodio rimanga una brutta pagina della storia del sistema scolastico italiano e non si ripeta mai più.

Manuela Antonacci

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