28/02/2019

Lombardia: una regione al laccio

Nel 2007 la Regione Lombardia, guidata da Roberto Formigoni, aveva approvato all’unanimità una legge per la sepoltura dei bambini abortiti. Per la prima volta in Italia, i feti sotto le 20 settimane venivano considerati esseri umani e non più scarti da smaltire tra i rifiuti ospedalieri. Una misura di grande civiltà, fondata sul riconoscimento della dignità della persona, sin dal concepimento.

A distanza di 12 anni, lo spirito che aveva animato quella legge viene completamente snaturato con l’approvazione di un emendamento, presentato dal Partito Democratico, che demanda la sepoltura «esclusivamente alla esplicita richiesta della donna o di chi è titolato alla decisione». In tal modo i bambini uccisi nel grembo materno, perché giudicati indegni di vivere, subiranno l’ulteriore spregio di venir trattati come rifiuti ospedalieri o cannibalizzati a fini economici nell’industria cosmetica e farmaceutica.

Si tratta dell’ennesimo provvedimento contro la vita e la famiglia, approvato negli ultimi mesi dalla regione Lombardia. È perciò utile ripercorrere brevemente le tappe di questa dissoluzione:

31 Luglio 2018: Preservativi e contraccettivi gratis per tutti gli under 24 nei consultori pubblici e privati accreditati in Lombardia. Proposta del Partito Democratico approvata all’unanimità.

4 dicembre 2018: Creazione in Lombardia di un polo di produzione di cannabis “terapeutica”. Proposta dal consigliere  Michele Usuelli  di +Europa e approvata all’unanimità. Un provvedimento evidentemente finalizzato a creare un’immagine positiva della droga per arrivare a legalizzarla, se persino l’Osservatorio europeo delle droghe ha smentito categoricamente l’uso palliativo della cannabis.

5 dicembre 2018: Dal 2019 in Lombardia la pillola abortiva Ru486 verrà somministrata nei consultori, eludendo così l’obbligo, come da protocollo, dei 3 giorni di ricovero e comportando gravi rischi per la salute della donna. Ricordiamo infatti che questo pesticida umano ha già causato oltre 40 decessi nel mondo e uno in Italia.

19 dicembre 2018: La Regione Lombardia stanzia un milione di euro da assegnare a Unfpa, l’agenzia delle Nazioni Unite sulla popolazione, al fine di promuovere interventi di family planning (leggasi contraccezione, aborto e sterilizzazione), in particolare la distribuzione di contraccettivi a lunga durata, nei Paesi prioritari per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ossia quelli con un tasso di fertilità maggiore di quattro figli per donna.  Proposta dal consigliere radicale Michele Usuelli  di +Europa.

21 Febbraio 2019: Seppellimento dei bambini abortiti solo alla esplicita richiesta della madre o di chi è titolato alla decisione. In pratica gli animali verranno seppelliti nei cimiteri e i bambini abortiti gettati tra i rifiuti o peggio ancora usati per creme di bellezza o per i vaccini.

 

È inquietante leggere un’intervista a Michele Usuelli, pubblicata sul Corriere del 13 aprile 2018, dove questo medico, militante Radicale, espone i suoi progetti politici in vista del prossimo insediamento nella giunta della Regione Lombardia. In pochi mesi, la Regione Lombardia ha approvato diversi di quei progetti, assolutamente in linea con l’ideologia di estrema sinistra, ma, proprio per questo, in aperto conflitto con gli ideali dell’elettorato della Lega e con il suo programma elettorale.

A questa amara constatazione, si aggiunge la notizia della condanna a 5 anni e 10 mesi di carcere per Roberto Formigoni, sotto il cui governo, dal 1995 al 2013, la Regione Lombardia è diventata un centro d’eccellenza per la sanità, «punto di riferimento per tutta l’Italia», come affermava nel settembre scorso persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A dieci anni dal macabro trionfo radical-massonico dell’uccisione di Eluana Englaro, si festeggia quindi immolando, chi, avendone l’autorità, ha impedito che il sangue di una creatura innocente ricadesse sulla Lombardia. Un simile accanimento giudiziario potrebbe essere una verosimile spiegazione del totale asservimento all’agenda radicale da parte dell’attuale giunta guidata da Attilio Fontana.

In conclusione, vorremmo ricordare, a titolo di incoraggiamento, all’attuale governatore della Regione Lombardia le parole di Giovannino Guareschi, che scontò con 409 giorni di carcere la pubblicazione di due lettere scottanti di Alcide de Gasperi: «Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione».

Giorgio Celsi e Wanda Massa

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