21/12/2018

“L’urlo Silenzioso” al liceo: a essere censurata è la verità sull’aborto

Un insegnante del liceo Galileo Galilei di Monopoli (BA), dopo aver invitato, lo scorso 4 dicembre, il MpV a parlare di interruzione di gravidanza, ha mostrato, durante l’ora di religione, ai propri alunni il documentario L’urlo silenzioso del 1984 (di cui abbiamo parlato qui, ndr). La lodevole iniziativa ha invece suscitato la durissima reazione di due deputati del M5S: Veronica Giannone e Luigi Gallo, che hanno presentato un’interrogazione al ministro Bussetti, contro quella che hanno definito una «cruenta lezione pro vita».

È significativo chiedersi perché il documentario L’urlo silenzioso, basato su una semplice ecografia che a suo tempo provocò la conversione del famoso medico abortista americano Bernard Nathanson (1926 – 2011), disponibile su internet da oltre 30 anni e già mostrato in numerose occasioni in scuole e oratori, sia da costoro ritenuto vietato ai minori di 18 anni, quando invece ai nostri minorenni è consentito abortire anche all’insaputa dei propri genitori (art. 12 della legge 194).

Perchè i nostri adolescenti non hanno diritto di usufruire del “consenso informato” previsto dalla legge 194?  Non sarà dovuto al fatto che se delle mamme rinunciano all’aborto sfumano i lauti guadagni degli ospedali abortisti? Senza considerare che non può esistere reale libertà di scelta, senza piena consapevolezza del proprio atto.
Perché, inoltre, questo video, che mostra senza infingimenti la verità dell’interruzione volontaria della gravidanza, viene definito “raccapricciante”, mentre lo stesso aborto viene invece generalmente considerato legittimo e persino un diritto?
Se infine per i pentastellati la visione dell’aborto agli adolescenti è un atto aberrante, perchè dobbiamo consentire loro di praticarlo e costringere la collettività a finanziarlo?
E non solo: siamo costretti a sovvenzionare le organizzazioni che promuovono l’aborto nel mondo, mascherandolo dietro l’ipocrita espressione “salute riproduttiva”.

È un fatto che purtroppo i nascituri non parlano, non votano, non possono difendersi; il loro è quel silenzio degli innocenti al quale persone coraggiose come quelle del Movimento per la Vita di Monopoli tentano di dare voce.

Senza contare che è quantomeno paradossale che qualcuno si lamenti perché un documentario possa  “urtare la sensibilità degli alunni di una scuola”, quando noi tutti siamo immersi in un mondo nel quale, in nome di pretestuosi diritti, quotidianamente subiamo immagini che ci feriscono nel profondo, senza poter far nulla per impedirlo.

Vale la pena ricordare a tutti – e in particolare ai numi tutelari del politicamente corretto e paladini del pensiero unico, che trovano piena cittadinanza nel M5S –  le parole infuocate di Papa Giovanni Paolo II: «La verità non va taciuta né detta a metà né ammorbidita».

Giorgio Celsi e Wanda Massa

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