09/10/2012

Marciare per la vita

Anche in Italia la manifestazione unitaria della base ProLife, punto di partenza di una battaglia in difesa dei più deboli.

Ogni anno, centinaia e centinaia di migliaia di persone sfilano in tutto il mondo nelle Marce per la Vita, da Washington a Parigi, da Bruxelles a Varsavia.
Anche in Italia vi sono state numerose iniziative Pro-Life, da nord a sud, come la Marcia per la Vita siciliana, il Life Day e la Marcia per la Vita di Desenzano, il 28 Maggio 2011 che, pur essendo stata organizzata in pochissimo tempo, ed in un paese piuttosto decentrato del nord Italia, ha avuto un notevole successo. Straordinario, addirittura, l’esito della II Marcia Nazionale per la Vita organizzata a Roma il 13 maggio di quest’anno, la prima di questo tipo organizzata nella capitale: circa 15.000 persone hanno sfilato dal Colosseo a Castel sant’Angelo per dire il loro sì alla vita e il loro no, chiaro e forte, all’aborto. Hanno partecipato numerose realtà del mondo Pro Life Italiano, religiosi, laici, atei, tibetani, buddisti e varie organizzazioni per i diritti umani. Perché di questo si tratta, del diritto alla dignità umana che ogni persona possiede dal momento del concepimento.
Perché una marcia? Perché certe verità, comprensibili al cuore di ogni uomo, non possono restare confinate ai muri di una chiesa, o alle sale dei convegni. Il nostro Paese sta morendo di vecchiaia, perché dal 1978 l’eliminazione di almeno 5 milioni di bambini a causa della legge 194, ci ha portato in un inverno familiare e demografico che ha conseguenze in ogni aspetto della vita sociale ed individuale. L’aborto infatti, oltre che eliminazione di un bambino, è una ferita immensa al cuore e al corpo della madre e del padre, anche quando costoro pensano il contrario; è, inoltre, un atto che mina la famiglia, cellula base della società; infine colpisce la società intera, che viene privata dei suoi giovani, cioè della sua più grande ricchezza. L’aborto è anche, per i credenti, un crimine contro Dio, creatore e datore della vita.
Manifestare pubblicamente queste verità è dunque un atto dovuto, di vera e propria carità: è il ricordare a tutti qualcosa che si vuole nascondere o dimenticare o magari confinare nell’ambito delle opinioni soggettive.
La caratteristica fondamentale della marcia – che è preceduta da un convegno e che ha come corollari pubblicazioni, incontri, conferenze ecc. – è che essa si propone come evento unitario del mondo prolife italiano, per troppi anni sminuito da strategie minimaliste, oltre che dall’ostilità di gran parte del mondo politico. Un evento che auspica il superamento di timori, divisioni e personalismi e il rilancio a tutto campo della battaglia per la Vita.
La marcia è quindi aperta a tutti, credenti e non credenti, a qualsiasi associazione o meno appartengano, ed è, come ha scritto qualcuno, “l’unica manifestazione in cui non si rivendicano i propri diritti, ma quelli degli altri. Non si cerca di prevaricare un avversario, ma di difendere il più debole dei deboli. Non si urla il proprio ego, ma si dà voce a chi non ne ha”.
Ci vediamo alla prossima marcia il 12 Maggio 2013!

di Francesco Agnoli

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