25/07/2015

Matrimonio gay all’italiana: dov’è l’obiezione di coscienza?

Il matrimonio gay all’italiana come lo vuole la senatrice Cirinnà non ci piace, tanto che abbiamo lanciato la petizione per fermare il disegno di legge.

Abbiamo detto più volte che siamo assolutamente contrari a qualsiasi forma di compromesso in materia. Bisogna opporsi a ogni tipo di unione civile, etero od omosessuale che sia, perché gravemente dannosa per il bene comune.

Pertanto, ci rifiutiamo di prestare il fianco a qualsiasi manovra volta a accordarsi su un testo “meno cattivo” rispetto al disegno di legge in questione. Bisogna cercare di eliminarlo semplicemente.

Tuttavia, siamo ben consapevoli che nel nostro Parlamento non ci sono cuor di leone e i meno pavidi costituiscono lo zero virgola della nostra rappresentanza politica.

Da più parti infatti si parla di mediazione e dialogo. C’è chi è contrario ad equiparare le unioni civili al matrimonio, ma non rinuncia a regolamentare le convivenze per riconoscere così i cosiddetti diritti individuali (come se non ci fossero già…). E c’è anche chi, invece, ritiene si debba approvare un testo unico che metta nero su bianco tutti quei diritti (e sono tanti, salvo la pensione di reversibilità e l’adozione) già riconosciuti per via giurisprudenziale. Si tratta, però, di false soluzioni. Pur fatte in buona fede da alcuni, in realtà sono degli autentici cavalli di Troia. Approvata infatti anche solo la più light delle unioni civili, di qui a breve arriverebbero pure in Italia i matrimoni gay e le connesse adozioni, così come avvenuto in moltissimi Paesi esteri.

L’effetto “slippery slope”, il piano inclinato, sarebbe dietro l’angolo. Mai aprire una faglia nella diga: mai! D’altra parte, si sa che le lobby LGBT (come ogni altro movimento rivoluzionario) partono sempre dal poco, lavorando dapprima sulle tendenze, sulla mentalità, sui sentimenti. Preparano il terreno, gettano le fondamenta. E quando si arriva alle unioni civili è già troppo tardi, perché solitamente indietro non si torna e si può solo peggiorare. Arrivando, per l’appunto, al matrimonio omosessuale. Bludental

Ad ogni modo, fatte queste dovute premesse, nel caso in cui il ddl Cirinnà divenisse legge –  così com’è oppure lievemente emendato in senso positivo – ci domandiamo: qualcuno si è posto il problema dell’obiezione di coscienza?

A ben guardare, nel dibattito attuale su coppie gay e stepchild adoption, nessuno ne ha parlato. Sappiamo delle strategie esistenti per penalizzare i medici obiettori negli ospedali. E allora ci domandiamo: l’obiezione di coscienza è considerata ancora un diritto fondamentale e inviolabile? E’ ancora ammessa? Oppure è stata eliminata in nome dell’assoluta libertà, valida però solo per alcune categorie di persone?

Se il ddl Cirinnà diventasse legge della Repubblica, cosa accadrebbe a quei sindaci o funzionari che rifiutassero di sposare due omosessuali per motivi di coscienza? Che ne sarebbe di quei pasticceri che negassero la loro disponibilità a confezionare torte per matrimoni gay? E a cosa andrebbero incontro, in generale, tutti coloro che lottano per la difesa della famiglia naturale? Sono solo degli esempi, ma sappiamo bene che in tanti Paesi “democratici”, “civili” e “liberali” chi si è opposto è stato punito: molti pasticceri e sindaci, infatti, sono stati costretti ad assecondare le coppie gay convolate a nozze (vedi ad esempio qui e qui), per non parlare della gogna mediatica, il boicottaggio e perfino le minacce di morte orchestrati dalla “Gaystapo”: alcuni hanno perso il lavoro o sono stati costretti a chiudere la loro attività. 

In fondo, è logico: se il matrimonio non è solo tra uomo e donna ed è un diritto per tutti, a prescindere dal sesso, perché ammettere opposizione? I presunti omofobi vengono così associati ai razzisti, le cui convinzioni personali non vengono prese in considerazione, perché pericolose e lesive della libertà di pensiero, del principio di uguaglianza e della comune dignità di ogni essere umano: tutte conquiste ormai assodate. Infatti non si è mai sentito dire che bisogna rispettare un simpatizzante del Ku Klux Klan che, di fronte al divieto di non uccidere, si dichiara obiettore solo nei confronti dei neri...

Con tale visione delle cose e con un’abile campagna propagandistica, oggi la libertà di coscienza è quindi messa in serio pericolo proprio dai difensori a oltranza dei diritti civili e del dialogo.

In Italia qualcuno batterà un colpo prima che sia troppo tardi?

Federico Catani

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

Firma anche tu!

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.