14/07/2015

Matrimonio gay e totalitarismo gender: impariamo dalla Cuccarini?

Ci sono tanti, anche persone autorevoli e ragionevoli, che ritengono possibile la via di compromesso: riconoscere le unioni civili tra persone dello stesso sesso (non il “matrimonio gay”, secondo loro), che non siano equiparate al matrimonio (vero), che non comportino il diritto di adottare i bambini (neanche quelli del partner).

Molti di costoro, anche in buona fede, cercano il dialogo, cercano “l’inclusione”. Ma non si rendono conto che la via del compromesso su questo tema è impossibile. Parafrasando Uno che di umanità se ne intendeva: o sì, o no, il di più viene dal maligno.

Del resto la regolamentazione delle unioni civili (anche tra etero) non ha proprio senso: è stato detto e ripetuto miliardi di volte. O due si uniscono per fare famiglia, assumere DOVERI nei confronti dei figli e della società, e allora ha un senso che siano protetti e riconosciuti dalla legge, come formazione sociale PARTICOLARE, chiamata famiglia, oppure due (o più) persone, a prescindere dal sesso e dai gusti sessuali, convivono per altri fini, magari per amore, ma senza voler assumere doveri (convivenze etero) o senza essere adatti naturalmente -neanche in potenza – a fare famiglia, e allora non sono famiglia (gli etero per scelta, i LGBT per natura). Non sono di certo quella PARTICOLARE formazione sociale che si chiama famiglia (art. 29 Cost.).

Da un punto di vista legale non c’è via di mezzo. Alle non-famiglie restano innumerevoli strumenti privatistici per regolare i reciproci rapporti, e infiniti interventi normativi ad hoc che da anni consentono di far valere determinati diritti nei confronti dei terzi, per il fatto di essere conviventi.

Ma il compromesso non è possibile, e lo dimostra anche la vicenda di Lorella Cuccarini.

L’Osservatorio della Nuova Bussola Quotidiana ci racconta che nel suo sito ha scritto: “Ho fatto il retweet di una foto della manifestazione a S.Giovanni. Era solo una bella foto di una piazza colorata di persone e famiglie. Nessun simbolo, nessuno slogan. I commenti che ho ricevuto mi hanno lasciato sbalordita per la violenza e la cattiveria che lasciavano trasparire. E così, dopo poco scrivo un tweet. Questo: ‘Io sono favorevole alle unioni civili ma i figli non sono un diritto. E non si comprano. Punto. Chi non è d’accordo rispetti le opinioni altrui’. E nuovamente una pioggia di insulti. Ma davvero volete continuare a gridare all’untore e tacciare di omofobia chi non è d’accordo con voi? Volete ancora riesumare gli spauracchi di boicottaggi, come negli anni ’60? E contro chi? L’insulto dell’omofoba no, quello non lo merito e non sono disposta da accettarlo. Riserviamo questo insulto agli omofobi veri e non a chi la pensa diversamente. Per i violenti impulsivi un invito: calmatevi!”.

Bludental

Anche noi, con la NBQ esprimiamo solidarietà alla  Cuccarini.

Anche noi siamo costretti a ribadire che coloro che parlano di totalitarismo gender, di dittatura omosessualista o di “gaystapo” non sono affatto esagerati.

Anche noi non possiamo far a meno di notare che neanche l’esser favorevole alle unioni civili ha “salvato” la Lorella dall’odio e dall’intolleranza degli attivisti LGBT. 

Anche noi, come dicevamo all’inizio, siamo dell’avviso che le posizioni di compromesso tra matrimonio e unioni civili sono di fatto e logicamente impossibili, o comunque molto scivolose...

Redazione

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